In queste vacanze di Natale ormai agli sgoccioli il mondo della musica ha subito una nuova e incolmabile perdita: stiamo ovviamente parlando della morte di George Michael, il celebre cantante britannico che, in 35 anni di onorata carriera, ha conosciuto grandissimi successi non soltanto come solista (grazie a brani come Careless Whisper, Faith o Freedom! ’90) ma anche come membro degli Wham!, storico gruppo degli anni ’80 che lo ha lanciato nel mondo del Pop e con il quale George ha inciso pezzi del calibro di Wake Me Up Before You Go-Go, Club Tropicana e Last Christmas.
La morte di George Michael, avvenuta lo scorso dicembre, non ha però colpito soltanto i tanti artisti che erano legati a lui personalmente o professionalmente (scopri QUI le loro reazioni), ma anche il grande pubblico che lo ha seguito e amato nel corso degli anni e che, negli scorsi giorni, ha onorato la sua dipartita non soltanto con numerosissimi messaggi sui social, ma anche riascoltando il suo grande e celebre repertorio, facendo ottenere a Michael risultati simili a quelli dei colleghi scomparsi negli scorsi 12 mesi, tra i quali possiamo ricordare Prince o David Bowie.
Infatti, il cantante di Fastlove negli USA ha toccato risultati stratosferici in termini di vendite nella settimana successiva alla sua morte, sia sul versante dei singoli che su quello degli album, incrementando di più di 2.000 punti percentuale le copie vendute a ridosso di pochi giorni. Stando ad un comunicato rilasciato nelle scorse ore dalla rivista statunitense Billboard,
“Nella settimana dal 23 al 29 dicembre le vendite musicali di Michael – incluse quelle del suo vecchio duo, gli Wham! – sono aumentate del 2.678 per cento (approssimativamente a 477.000 album e brani), rispetto a quelle della settimana precedente (17.000)”.
Inoltre, sempre secondo quanto comunicato da Billboard, George Michael è riuscito a piazzare, nella settimana della sua morte, ben 103.000 copie vendute dei suoi album (grandissimo incremento rispetto alle 5.000 della settimana precedente), ottenute soprattutto grazie a Twenty Five (il suo greatest hits del 2006, rientrato in dodicesima posizione nella Billboard 200) e a Faith (suo primo lavoro discografico del 1987, arrivato alla 18 negli Stati Uniti).
Cosa ne pensate di questi risultati postumi ottenuti da George Michael? Perché ci si ricorda dei grandi artisti quando non sono più in vita?