Scrivere un articolo sintetico sulla voce di Beyoncé è molto difficile.
Non solo perché chi scrive la ama con intensità e profondità rare, né solo perché è una voce evolutasi molto nel tempo, stilisticamente quanto timbricamente e tecnicamente.
Ma soprattutto perché se tante valide, notevoli voci si distinguono prevalentemente per la potenza, l’estensione, la piacevolezza o la particolarità del timbro, oppure per uno stile personale e marcato, quella di Beyoncè è unica per un insieme di caratteristiche e doti difficilmente riscontrabile nell’ambito della musica leggera, compresa la cosiddetta black music.
Ma ci proverò, pur essendo certo della non-esaustività del risultato.
Beyoncé è sicuramente una delle vocalist di maggior impatto degli ultimi 15 anni, sulla scena R&B ma anche su quella pop.
Con i primi due album delle Destiny’s Child, di cui era indiscussa leader oltre che solista e arrangiatrice vocale, aveva già messo a punto uno stile canoro moderno, accattivante ed originale che accoglieva le influenze più disparate, dal rap al jazz, dallo swing alle melodie arabe, dal gospel al neosoul e le dispiegava sui beat robusti che caratterizzavano l’rnb di quegli anni. Appena diciottenne, Beyoncé aveva quindi già influenzato una generazione di cantanti rnb e pop, piuttosto che imitare i grandi nomi del passato recente (o lontano), come tante altre giovani cantanti dell’epoca e di oggi.
Dalle soffuse atmosfere smooth rnb/70s soul del primo album solista, Dangerously In Love, alla fierezza e alla grinta talvolta rabbiose ed isteriche dei vocals di B’Day, alla semplicità intimista e minimalista del pop/folk/rock di I Am Sasha Fierce.
Il percorso di Beyoncé è quello di una musicista del canto che non si accontenta di ripetersi all’infinito né concepisce l’arrangiamento come un semplice momento di ginnastica e sfoggio vocale, ma come un’occasione per sposare la propria voce al sentimento e alla musicalità del pezzo, pur cercando, com’è ovvio che sia, di utilizzare ed esplorare di volta in volta tutte le possibilità del proprio strumento, senza però essere schiava del virtuosismo.
Questo percorso l’ha portata fino all’ultimo album, 4, dove mostra una strabiliante maturazione vocale, tale da indurre il gruppo indie rock dei White Rabbits a trovare nel modo in cui Beyoncé “cambia approccio vocale in ciascun pezzo” ispirazione per il loro prossimo disco. Armonie e cori (rigorosamente arrangiati e registrati dalla stessa Beyoncé) di eleganza e musicalità sopraffine, lead vocals impetuosi e pregni di un’urgenza di veicolare il messaggio e l’emozione del pezzo, trovate virtuosistiche che rispettano, seguono e sottolineano sempre lo sviluppo del brano e la sua musicalità, piuttosto che straziarlo e ridurlo a mero pretesto.
Nella stessa “Love On Top”, forse la canzone virtuosisticamente più esagerata dell’intera carriera di Beyoncé, i cambi di tonalità non sono una semplice scusa per ostentare estensione, ma sono concepiti ed eseguiti con l’obiettivo di trasformare un pezzo Motown con influssi anni 80/90, swing e jazz in una celebrazione dal sapore gospel della gioia provata da chi ama ed è amato dopo tante sofferenze. Non a caso, i cambi di tonalità sono spesso usati nei canti gospel.
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Range Vocale di Beyoncé in Studio:
Dal punto di vista tecnico, parlare di Beyoncé significa parlare dell’eccellenza. Nessuna cantante (compresa Beyoncè) sarà mai indiscutibilmente perfetta tecnicamente, ma lei ci è davvero vicina. Come esempio di eccellenza tecnica viene già da tempo citata nei libri e nei siti dedicati all’arte del canto.
E sono proprio le sue doti tecniche e la sua cultura musicale a renderla così versatile e duttile e a permetterle di cantare R&B contemporaneo e classico, soul, funk, urban, power ballad e pop con incursioni in gospel, dance, jazz, rock, musical e musica latina, e persino di interpretare una regina del blues come Etta James sul grande schermo, con risultati (canori) strepitosi.
Beyoncé è un mezzo soprano.
Quando si parla di cantanti di musica leggera, e quindi non di opera, queste categorie hanno una funzione tutt’al più indicativa e analitica, ma il suo timbro e la sua tessitura farebbero pensare ad un Full Lyric Mezzo.
La sua è infatti una voce molto particolare, dotata di peso, volume, pienezza e profondità ma al tempo stesso agile, dinamica e brillante. Non ha un timbro molto scuro, ma possiede un registro medio solido, “rotondo” e corposo e un registro basso che è stato sempre, fin dall’adolescenza, eccellente per un mezzosoprano, sia per estensione che per colore, agilità e naturalezza, oltre ad acuti limpidi, squillanti e molto ben risonanti. Una voce calda e cangiante, con il caratteristico “drawl” texano, un fraseggio chiaro, preciso e di impatto ed una fortissima attitudine ritmica fanno di Beyoncé l’interprete ideale di quell’rnb moderno che confina con il soul, l’hip hop e il funk.
Range Vocale di Beyoncé nelle Live Performances
Il suo registro medio-alto, comprendente le note della quinta ottava in voce piena/mista, meriterebbe un discorso a sé.
Beyoncé, a differenza di altre cantanti della scena black (e non solo), preferisce la tecnica classica al belting.
Questa tecnica sfrutta un registro misto che crea un “ponte” tra voce di petto e voce di testa, e piuttosto che ambire alla potenza, al volume, punta maggiormente alle dinamiche, al controllo e all’agilità. Il mix delle risonanze nella voce di Beyoncé è talmente eccellente che all’orecchio risulta difficilissimo individuare il suo “passaggio”.
E’ tra l’altro una tecnica che, unita ad una profonda conoscenza delle caratteristiche e dei limiti del proprio strumento, preserva la voce e non la sforza, permettendole di affrontare lunghi tour senza danneggiarla, oltre che di ottenere quel suono rotondo e quel vibrato che la caratterizzano.
E proprio il vibrato, ampio, forte, denso, veloce e sferzante su tutta la sua estensione è un altro segno distintivo della voce di Beyoncé, per alcuni anche controverso e non a tutti gradito.
Il suo infatti non è solo un uso tecnico o estetico del vibrato, ma un uso musicale, espressivo, fatto con consapevolezza e maestria, e chiaramente derivato dalla lirica, dal jazz e dal soul.
Un parametro della vocalità in cui Beyoncé si distingue da qualsiasi altra cantante della sua generazione è il controllo dei volumi.
A qualunque altezza, Beyoncé riesce a regolare il volume di voce emesso e la dinamica con cui viene emesso, essendo così capace di cantare in voce piena/mista in tutti i punti dell’intervallo tra pianissimo e fortissimo.
I suoi crescendo sono senza pari e dimostrano un notevolissimo controllo vocale (vedi video Beyoncé Knowles – The Voice Of Our Generation). In poche parole, non c’è niente di più lontano dal concetto di “strillo” dell’approccio di Beyoncé agli acuti. Anche i suoi growl e le sue “sporcature”sono eseguiti con controllo esemplare, nella maniera più salutare per la voce. In realtà quello che la caratterizza è il suo innesto di una tecnica reminiscente del Bel Canto su uno stile chiaramente derivante dal soul, dal jazz e dall’rnb/hip hop. Pur non essendo, chiaramente, una cantante lirica, Beyoncé conosce inoltre il canto operistico,
come le sue interpretazioni dell’Ave Maria di Schubert e il suo uso della voce di testa hanno più volte dimostrato.
Si suppone che Beyoncé abbia studiato un metodo chiamato Speech Level Singing, sviluppato dal grande vocal coach Seth Riggs, che parte proprio dal pressuposto che la voce non andrebbe mai allontanata eccessivamente dal livello parlato, mantenendo la laringe in posizione neutra. Nelle sue performance si nota infatti come il raggiungimento di determinate note non sia fonte di sforzo per lei.
Sono infine degne di menzione le scale ed i melismi, nella cui esecuzione Beyoncé è magistrale, per controllo, chiarezza, agilità e virtuosità ritmica (vedi ancora il video Beyoncé Knowles – The Voice Of Our Generation”).
Beyoncé Knowles – Scheda Tecnica
Tipo di Voce: Full Lyric Mezzo
Range Vocale: F#2 – E6
Whistle Register: No.
Nota più lunga: 14 secondi – “Flaws and All” live in Norvegia
Il profilo vocale è stato curato da WorkItOut80. Dal nostro archivio storico.