L’eloquente “No Boys Allowed” non vi deve trarre in inganno. Molti infatti sono i “boys” con cui Keri Hilson ha deciso di collaborare per questo suo secondo lavoro, a partire dai producers (Timbaland, Polow Da Don, Stargate, Danja) per poi andare alle collaborazioni (Chris Brown, Nelly, J.Cole). La stessa Keri ha voluto metterne in chiaro il messaggio, che non è nessuna rivendicazione di stampo femminista ma solo uno stop agli uomini immaturi ed un invito alla rivalutazione della donna.
Ho sempre personalmente reputato Miss Hilson una stellina in ascesa del filone R&B contemporaneo che io chiamo R&P (Rhythm & Pop), una scena difficile e dove al suo interno esiste moltissima competizione. Ma Keri è un caso molto particolare se non unico, dati i suoi precedenti come songwriter (per “Icebox”, “Like A Boy”, “Take Me As I Am” ed altre), background vocalist, per poi passare a collaborazioni ben più note, soprattutto grazie a Timbaland ed al suo “Shock Value”.
Con “No Boys Allowed” Keri Hilson non tradisce nè stravolge quello che è il suo marchio di fabbrica ma piuttosto sceglie la strada della sperimentazione, e lo fa amalgamando diversi generi, stili e beat senza però appesantire il prodotto finale.
Molto discutibile è la scelta di “Breaking Point” come singolo di debutto. Scritta dalla stessa Hilson e prodotta dal suo partner lavorativo storico Timbaland, la canzone dal sapore vintage nella pratica spiega l’intero concept dell’album: “Some women just tolerate too damn much // … but dammit all women got a breaking point”. Il singolo è stato accolto in maniera abbastanza fredda sia dalla critica che dal pubblico, e ciò è dovuto in parte alla mancanza di quel quid assolutamente necessario per risaltare l’uscita di un nuovo album – provate, as esempio, a dare ad una Mary J. Blige le redini di questa canzone per capire la differenza.
Nonostante questa piccola caduta di stile, Keri riprende poi quota con il secondo estratto di “No Boys Allowed” nonchè l’anthem “Pretty Girl Rock” (di cui c’è anche un remix con Kanye West) che riprende il tema dell’album, associando a liriche auto-celebrative (in quanto donna, n.d.r.) un beat decisamente più catchy e ballabile, decisamente più in linea con lo stile targato Hilson – un marchio che ha permesso al singolo di raggiungere la 11a posizione nella US Hot R&B/Hip-Hop Songs chart.
Keri lascia poi le note tranquille e rilassate di “Pretty Girl Rock” per dare spazio ad quella che per me è una delle tracce meglio riuscite dell’album. Si tratta di “The Way You Love Me”, prodotta da Polow Da Don, una vera e propria escalation di beat e liriche taglienti che confluiscono in una uptempo ideale per chi ama le club-banger. Chapeau a Miss Hilson per questa potentissima stand-out collabo che ci mostra il suo lato più swagger ed aggressivo.
Sulla stessa sia la canzone di apertura “Buyou” in collaborazione di J.Cole, ottima come opening theme perché rende l’utente curioso di andare oltre; “Gimme What I Want”, una ideale follow-up della già nota “Get Your Money Up” e secondo me una delle perle di questo lavoro, assieme a “Beautiful Mistake” (e qui c’è chiaramente lo zampino dell’inconfondibile Timbaland). Non mi convince invece la traccia reggae “Bahm Bahm”: Keri ha fatto bene ad osare andando a toccare un genere che non le appartiene, ma lo ha fatto forse troppa poca coscienza.
Keri interrompe le mid ed up-tempo con “One Night Stand”, nella quale canta insieme a Chris Brown. Nonostante le critiche la additino come track noiosa e senza passione, io devo schierarmi dalla parte dell’artista che qui dimostra ancora una volta che è capace di lavorare su beat più lenti ed emotional. In più, come già dimostrato con “Superhuman”, io personalmente adoro il connubio tra le loro due voci.
L’altra collaborazione degna di nota dell’album è quella con Nelly in “Lose Control”, canzone che potrebbe essere tranquillamente un singolo di successo (nonostante la disputa sulla rima famous/anus) per la sua particolare struttura che va da una mid-tempo ad un fading outro che ci fa sentire una Keri acappella quasi inedita. Ben fatto.
Concludiamo con un confronto tra due track sul filo nostalgico-romantico. Si tratta di “Toy Soldier” e “All The Boys”, entrambe dedicate a due tipologie di uomo diverse. Il primo, un soldato che le aveva promesso lealtà e devozione, per poi distruggere tutto; il secondo, invece è l’uomo che Keri aspetta e che di certo non fa parte dei boys con cui lei non vuole nulla a che vedere. Questo è il lieto fine che la Hilson ricerca.
Tirando le somme, “No Boys Allowed” è un buon secondo lavoro per Miss Hilson, col quale rinnova la sua volontà di rimanere nello show-biz ancora per molto tempo. Come ho già espresso, io continuo a reputarla una stellina in attesa di brillare come il sole. Dovremo però aspettare il suo prossimo studio album, sperando che Keri faccia studi più attenti sulle sue scelte collaborative e soprattutto che ci mostri appieno il suo talento di songrwiter e vocalist, non ancora sfruttate al massimo.
Recensione a cura di BlackMutya – Moderatrice R&B nel forum