Volano ancora gli ascolti del festival di Amadeus. La terza serata è stata vista da 9 milioni 836mila telespettatori, pari al 54,5 per cento di share. La prima parte (dalle 21.23 alle 23.47) ha fatto segnare 13 milioni 533mila telespettatori pari al 53.6% di share; la seconda parte (dalle 23.51 alle 2) ha ottenuto 5 milioni 636 mila con il 57.2% di share. Numeri clamorosi che confermano la tendenza record di questa edizione. L’anno scorso la stessa sera aveva raccolto in media 9 milioni 409mila spettatori con il 46.7% di share. E’ il miglior risultato dal 1997 quando la terza serata del festival, condotto da Mike Bongiorno e Piero Chiambretti, registrò uno share medio del 55,55% con 13 milioni 977mila spettatori.
Ieri è stata la serata dei duetti. Sul palco dell’Ariston infatti i 24 big in gara, accompagnati ognuno da un ospite, hanno proposto brani che hanno fatto la storia del Festival di Sanremo. Il grande ospite è stato Roberto Benigni che ha portato all’Ariston il Cantico dei Cantici, ovvero “la canzone delle canzoni, che parla di amore fisico di due ragazzi che cantano ognuno l’amore per l’altro”. Un coraggioso intermezzo letterario durato poco più di mezz’ora. Sul fronte femminile, sorprende Alketa Vejsiu, star della tv albanese, che se la cava meglio del previsto, mentre Georgina Rodriguez si presta a qualche gag con Amadeus.
Ecco le pagelle della terza serata:
6 Michele Zarillo con Fausto Leali – “Deborah”: interpretazione non delle migliori e la scelta del brano non sembra essere tra le più felici per Zarrillo. Il confronto tra la voce del cantante in gara e quella di Fausto Leali è notevole.
6.5 Junior Cally con i Viito – “Vado al massimo”: riscritta da Cally con intelligenza, rappata bene, anche se i Viito non l’hanno molto aiutato.
6 Marco Masini con Arisa – “Vacanze romane”: poteva essere la canzone perfetta per la voce di Arisa, eppure la cantante è sembrata un po’ in difficoltà e poco precisa. Masini fa il suo. Occasione sprecata.
5 Riki con Ana Mena – “L’Edera”: il brano avrebbe meritato una sorte migliore e invece Riki e Ana Mena non arrivano nemmeno alla sufficienza.
8.5 Raphael Gualazzi con Simona Molinari – “E se domani”: una versione splendida ed elegante di una canzone memorabile. Da brividi.
9 Anastasio con la PFM – “Spalle al muro”: è bravissimo, sicuro ed originale che, insieme alla Pfm e all’orchestra, propone una totale e travolgente reinvenzione del brano.
7.5 Levante con Francesca Michielin e Maria Antonietta – “Si può dare di più”: di più proprio non si può dare. Una generazione nuova di belle voci femminili che interpreta il brano di Tozzi, Ruggeri e Raf in maniera personale. Le loro voci si fondono in un’unica grande voce e vanno alla grande.
6.5 Albero Urso con Ornella Vanoni – “La voce del silenzio”: ad Ornella un voto di fiducia per la carriera, mentre ad Alberto perché con quella voce può cantare veramente qualsiasi cosa. Tuttavia, insieme ci azzeccano poco: lui sembra frenato, lei forzata.
7 Elodie con Aeham Ahmad – “Adesso tu”: quasi più bella dell’originale. Una delle voci più belle del Festival con Ahem Ahmad e l’orchestra che spostano il tono della musica in un’intimità che il brano non aveva.
8 Rancore con Dardust e La rappresentante di lista – “Luce”: Rancore cambia la canzone in modo magistrale e che sorpresa La rappresentante di lista. Questi quattro hanno veramente “acceso la luce”.
7.5 Pinguini Tattici Nucleari – “70 volte” (medley con molti brani vincitori nella storia del Festival): finalmente un po’ di colore e un sound moderno portato sul palco. Da “Papaveri e Papere” a “Rolls Royce”. Una bella botta di energia. Sicuramente il loro Sanremo stasera svolterà.
7 Enrico Nigiotti con Simone Cristicchi – “Ti regalerò una rosa”: un bell’arrangiamento, così come le voci di Enrico Nigiotti e Simone Cristicchi. Azzeccata la scelta della chiusura con i violini.
8 Giordana Angi con Solis String Quartet – “La nevicata del ’56”: la giovane cantante sceglie di circondarsi da un quartetto di archi per cantare un brano difficilissimo. Lei la fa tutta senza sbagliare di una virgola. Mimì ne sarebbe orgogliosa.
7 Le Vibrazioni con i Canova – “Un’emozione da poco”: le due band mettono in scena una bella versione del brano di Fossati e Oxa. Una prova “non da poco”.
7.5 Diodato con Nina Zilli – “24 mila baci”: un piccolo musical e un grande show capace di trasformare in modo originale un grande classico. Tra loro c’è molta complicità ed è la prima esibizione con una idea di sceneggiatura.
8 Tosca con Silvia Perez Cruz – “Piazza Grande”: non è solo una canzone bensì un diamante della musica italiana. E Tosca la affronta con gioia e professionalità insieme all’allegria di una delle artiste più famose di Spagna.
6 Rita Pavone con Amedeo Minghi – “1950”: i due amici cantano con disinvoltura e si godono la serata con la “pigrizia” di chi non ha più nulla da dimostrare ma desidera soltanto divertirsi.
9 Achille Lauro con Annalisa – “Gli uomini non cambiano”: emozionante e bellissima. La versione di Achille Lauro (in versione David Bowie) e Annalisa strappano il cuore rendendo la canzone di Mia Martini un pezzo di grande spesssore e attualità.
5.5 Bugo e Morgan – “Canzone per te”: hanno scelto di fare di testa loro, forse più Morgan che Bugo. Viene meno la coordinazione e la buona interpretazione, e per un brano che è il manifesto di un’intera generazione vuol dire tanto.
6.5 Irene Grandi con Bobo Rondelli – “La musica è finita”: contento di vedere Bobo sul palco ma secondo me si tratta di un’occasione sprecata. Le voci sono un po’ discordanti e faticano ad incontrarsi nel ritornello. Tuttavia, Irene è una grande interprete, e insieme sono molto emozionanti.
5.5 Piero Pelù – “Cuore matto”: il frontman dei Litfiba si presenta da solo. Poi, sul finire del brano, appare in schermo un giovanissimo Little Tony in bianco e nero. Poca roba.
6.5 Paolo Jannacci con Francesco Mandelli e Daniele Moretto – “Se me lo dicevi prima”: il brano è un omaggio al padre di Paolo, Enzo Jannaci. Molto emozionale e tanta forza teatrale.
5 Elettra Lamborghini con Myss Keta – “Non succederà più”: entrambe poco intonate con Myss Keta che arriva a canzone quasi finita. Quel che è certo è che hanno vinto la gara delle scollature.
7 Francesco Gabbani – “L’italiano”: l’intepretazione è lineare, ma il messaggio è chiaro quando si presenta con una tuta da astronauta e il tricolore in mano. E allora via con gli applausi.