Lea Michele, la Rachel Barry nella serie televisiva Glee, è tornata ieri con il nuovissimo album, Places. Un progetto ricco di talento di tracce che sapranno emozionarvi…
Ieri finalmente il secondo progetto discografico del talento newyorkese dall’ugola d’oro è arrivato in tutti gli store e piattaforme digitali, dopo essere stato annunciato un paio di mesi fa.
Lea Michele ha rimesso piede nel musicbiz con un album intitolato Places, un contenitore di emozioni che aveva così descritto:
“Racconto solo ciò che sono e dove mi trovo in questo momento esatto della mia vita, e non vedo l’ora che la gente possa ascoltarlo. Credo che il mio ultimo album sia stato deprimente abbastanza. Con questo abbiamo ottenuto più positività di sicuro”
Ed in effetti questa è la sensazione che si prova ascoltando Places. Dalla meravigliosa voce di Lea traspaiono serenità, forza e sicurezza; traccia dopo traccia veniamo accompagnati nella sua vita e ci accorgiamo che, nonostante la tragedia vissuta qualche anno fa con la perdita del fidanzato Cory, la ragazza ha saputo andare avanti ed è tornata a vivere la vita cercando sempre il bicchiere mezzo pieno, come canta in Believer:
I’m still a believer
Can nobody tame this raging heart
Yeah, I’m still a dreamer
I’m fighting my way up to the stars
Com’era da aspettarsi visti i singoli anticipati da febbraio ad oggi, il disco è un concentrato di ballad/power ballad, dedicate principalmente all’amore. Apre la struggente Love Is Alive, dall’intensità teatrale. Questo è esattamente il tipo di canzone in cui la Michele riesce a dare il meglio di sé, vocalmente ed emotivamente parlando. Altrettanto intensa è la traccia n.2, Heavy Love, che ci fa apprezzare i registri più bassi del suo range vocale.
“Ho dedicato tutto il mio tempo a questo disco. Ho iniziato a cercare qualcosa che potesse darmi l’ispirazione giusta e l’ho trovata grazie ad un libro che la cantante Stevie Nicks mi ha regalato quando il mio fidanzato Cory è venuto a mancare nel 2013. – L’unica cosa che conta sei tu, ciò che realmente sei – , aveva scritto Stevie. Questo è ciò che ho cercato di fare con il mio nuovo album. Connettermi alle mie radici, alle mie origini.”
L’onestà e la purezza di cui parla si percepiscono in maniera netta, come detto prima, dalla passione con cui esegue le sue canzoni, nella versione studio tanto quanto dal vivo, dove la differenza è comunque poca. Proud e Believer sono altre due carezze che ci regala, in un momento in cui la musica ha sempre meno sostanza.
Della bellezza di Run To You ne avevamo già parlato quando è stata rilasciata, a marzo. Inedita, invece, Heavenly, alla cui stesura ha partecipato addirittura Ellie Goulding. Ascoltandola mi domando quante altre cantanti ad oggi sarebbero in grado di cimentarsi con una difficoltà d’esecuzione simile. Lascio a voi la risposta…
Eccoci arrivati a quella che, secondo me, è la canzone che meglio rappresenta Places: Anything’s Possible. Un inno alla vita, in cui la ragazza grida a tutta voce che “tutto è possibile”. Questa empowerment song dalla melodia trionfale è una delle migliori rappresentazioni odierne del genere theatrical-pop, di cui Lea è fiera portavoce.
Getaway Car è un pugno sullo stomaco, come ho già detto presentandovi la canzone qualche giorno fa (QUI). Non sono da meno le tre tracce che chiudono il lavoro, Sentimental Memories, Tornado e Hey You, quest’ultima forse la meno coinvolgente all’ascolto, sorretta però da un testo commovente, che non necessita di troppe spiegazioni:
Final days were the hardest
I didn’t think they would be your last
Hope you know I forgive you
Insomma, l’artista anche questa volta ha perfettamente ripagato le aspettative. Ovviamente c’è da dire che Places non è il tipo di album adatto a chi non apprezza le ballad e/o le grandi voci, ma penso che questo sia chiaro a tutti. E’ in ogni caso un lavoro vero, intenso, intimo e coinvolgente.
Lea non vanta tanta considerazione quanta viene concessa a molte altre colleghe, che sinceramente ne meriterebbero molta di meno, ma ogni tanto è cosa buona e giusta promuovere il talento, non il nome.
Pertanto, vi invito sinceramente ad ascoltarlo: