Ecco qua la recensione del settimo album della Princess Of Pop Britney Spears, intitolato “Femme Fatale”! Sono passati 13 anni dal suo esordio nel musicbiz, e Britney Spears rimane una delle più grandi popstar nell’industria musicale. La sua vita privata ha spesso fatto discutere, il suo nome è noto a chiunque, ed il suo talento è stato più volte messo in discussione, eppure, dopo 13 anni è ancora qua, e riesce a piazzare, seppur solo per 1 settimana, il suo singolo “Hold It Against Me” alla posizione numero uno della US Chart.
Britney Spears, oramai donna, quasi 30enne, ha di nuovo reclutato il fior fiore dei producers per il suo settimo sforzo discografico “Femme Fatale”. Il disco verrà rilasciato ufficialmente il 25 marzo in tutta Europa, tuttavia il suo leak anticipato porterà molto prevedibilmente l’etichetta discografica ad un anticipo della release. Dr.Luke e Max Martin sono i principali contribuenti del progetto, e stanno oramai a Britney come Jimmy Jam e Terry Lewis stavano a Janet Jackson. L’orientamento del disco segue la moda electro-pop del momento, ed ha un sapore decisamente più festaiolo, allegro, spensierato, rispetto ai precedenti “Circus” e “Blackout”.
Ma veniamo subito al sodo, parlando dei pezzi, per poi trarre una conclusione:
1) Till The World Ends: è stata scelta questa canzone come secondo estratto del disco. Si tratta di una uptempo Pop, scritta tra gli altri da Ke$ha Sebert e prodotta da Martin e Luke. Proprio l’impronta pop di Ke$ha si avverte in tutto il pezzo. Lo si può interpretare positivamente, ma io trovo che snaturi un po’ lo stile di Britney, un po’ come omologata ad uno stile di una pop-star più “recente” come la bionda e zozza californiana. Il pezzo chiama successo comunque, aldilà di ogni polemica, ed il ritornello richiama molto chiaramente il coro da stadio alla “OMG” di Usher. Un po’ cheap per i miei gusti.. ma certamente di facile ascolto e d’impatto.
2) Hold It Against Me: primo singolo estratto, e subito numero numero 1 della Billboard Chart americana! Britney si è fatta attendere, e il suo ritorno si è tradotto in vendite fenomenali nella prima settimana di rilascio del singolo. Un singolo che riprende sonorità dub-step, ma con un testo piuttosto banale. Certamente un singolo poco longevo, e forse meno “esplosivo” rispetto a “Womanizer” e “Gimme More”.
3) Inside Out: l’eccellenza nella produzione viene fuori tutta in questa canzone “Inside Out” che da subito diventa una delle mie preferite del disco. Si tratta di una midtempo, sempre prodotta dal duo Martin/Luke. Il beat è meno truzzo ed invasivo rispetto alla media del disco, ed anche la voce pare essere più naturale. Una vera rarità oramai per la Britta. Mi piace, un buon pezzo Pop, la produzione come detto è veramente eccellente, i synth sono ricercati e pieni. Stupendo il futuristico Bridge finale. Ottimo pezzo.
4) I Wanna Go: beh, truzzotta, ma certamente profuma di grossa hit! Con un ritmo incalzante, un whistle che ti cattura, ed una balbuzia alla Lady Gaga, questo pezzo diventa assolutamente fuoco! Chiaro, a tratti la produzione richiama le nostre commercialate italo-dance dei 90, ma diventa dal primo ascolto uno dei miei pezzi favoriti del CD. Ti droga un po’ come “Womanizer” del Circus Album. La produzione di Shellback e Martin merita assolutamente di diventare un terzo o quarto singolo!
5) How I Roll: dai primi secondi del pezzo si rimane sconvolti dalla pienezza della produzione, ma poi, il pezzo si perde un pochettino via, rimanendo meno incisivo rispetto alle due tracce precedenti. Certo anche qua i synth, caratterizzati dagli urletti e gli ansimii di Brit, arricchiscono il pezzo rendendolo unico. Forse con un po’ di ascolti potrei anche innamorarmene.
6) (Drop Dead) Beautiful feat. Sabi: Ma sta Sabi chi sarà mai? Traccia 6 è l’unica collaborazione di Britney Spears, insieme ad una semi sconosciuta, che probabilmente non lo sarà più. Una uptempo incisiva, il beat è splendido, e cattivo. Punto a sfavore per la voce robotica di Britney che sembra essersi ingoiata un vocoder…, la Sabi si occupa di una sorta di parte rap nel Bridge. Buon pezzo tutto sommato.
7) Seal It With A Kiss: ed è da qui che si comincia a percepire la “noia”. O meglio, sonorità elettroniche in tutto il disco, ma le ballate le saprà ancora cantare la Britta? Ma pezzi alla “Born To Make You Happy”?! “Seal It With A Kiss” è una buona electro-pop track, ma è tutto assolutamente già sentito.
8) Big Fat Bass feat. Will.I.Am: ed ecco qua la famosa “smash” hit che ha prodotto Will.I.Am. Ed io rispondo… bella “m….”! Pare veramente di sentire una track di “The Beginning”, l’ultimo penoso album dei Black Eyed Peas. Può sembrare un sound figo, invece non fa altro che riprendere roba che nella musica Elettronica Europea esiste da secoli. Pare di stare veramente un rave-trance party tedeschi di 10 anni fa..!
Questo Will.I.Am è da denunciare, non solo nell’ultimo album dei BEP ha messo in ombra Fergie, che spero se ne vada solista per sempre, ma sta veramente producendo cagate di una truzzaggine disarmante per gente che aveva un trademark come la stessa Brit, o il mitico Usher.
Il problema? La gente lo compra e lo sostiene.. dunque, io spero che presto la gente “comune” si stufi.
9) Trouble For Me: e da truzzata, finiamo ancora in truzzata, in un album che diventa sempre più “mono-corde”. Qua raggiungiamo veramente il limite del decente in certi passaggi, ti vengono in mente i peggiori locali di musica truzzo-commerciale dei 90. Per me assolutamente bocciata, una vera vaccata, classe -10!
10) Trip To You Heart: anche qua ci tuffiamo in sonorità da “Love Parade” di 10 anni fa. La voce potrebbe essere quella di qualsiasi Popstar di quarto rango, in alcuni tratti il coretto è quasi infantile, ed il trademark di Britney dei tempi di “Stronger” sembra solo oramai uno sbiadito ricordo.
11) Gasoline: qua torniamo a ragionare con un bel pezzo Pop. Qua torniamo a sentire la Britta, la sua voce, ci sono elementi electro, che però non “coprono”, e non rendono la canzone inascoltabile. La produzione è di Dr.Luke e Benny Blanco. Originale, differente, misteriosa, quasi cupa, mi piace, e mi ricorda un po’ la “Blackout” Era! Irresistibile lo “Yeah” di Brit. Buon pezzo!
12) Criminal: dopo la midtempo “Inside Out”, abbiamo l’unico vero pezzo un po’ lento del disco. “Criminal” colpisce proprio perchè è differente da tutto il resto del disco, che a tratti trovo troppo invasivo dal lato sound. Certo, il pezzo non sarà mai singolo, e nemmeno club-banger, ma per lo meno ci fa capire che sotto sotto c’è ancora una Britney rilassata e tranquilla.
Ho letto alcuni primi commenti riguardo a questo album in rete. Da una parte persone che lo promuovono come album migliore di “Blackout”, altri invece che bocciano il progetto.
Io sono più propenso a bocciarlo, se è vero che “Blackout” non mi piaceva al primo ascolto, poi con un po’ di tempo mi innamorai e capii quanta innovazione Pop portasse quel disco.
Con questo progetto invece non posso dire lo stesso, ed anche se si tratta solo dei primi ascolti, posso per certezza dire che non cambierò idea. A parte alcuni pezzi notevoli, l’album non porta niente di nuovo in tavola, a tratti è esageratamente condito a livello di produzione. Si è quasi completamente persa la “personalità” (se ma ce l’ha avuta) di Britney Spears. Certo, dei pezzi sono hit assicurate, ma le sonorità sono quelle già proposte da altre artiste in cerca di gloria. Possiamo forse “metterlo” sul piano di “Loud!” di Rihanna, che mette in tavola grosse hit per il mercato internazionale, ma che con il precedente album aveva certamente stupito di più in quanto a sperimentazione e “credibilità artistica”.
Insomma, io la Britney degli esordi, non ce l’ho più, e non mi soddisfa più questa qua. I beat sono pesanti, tanto pesanti da coprire completamente la vibrazione di Britney nel pezzo. Il secondo singolo non è altro che un coro da stadio con un ritornello ripetitivo. No, per me, non è niente di eccezionale questo disco, e non è niente di “illuminante” o sconvolgente in questo periodo storico della musica Pop.
Detto questo, non voglio assolutamente dire che si tratti di un prodotto scadente, anzi, le produzioni ci sono, anche se eccessivamente invasive, e sono create a puntino, creando l’effetto desiderato che lascia a bocca aperta. Ma son proprio le “produzioni” ad eclissare il personaggio che c’è dietro.
“Blackout” era veramente tutt’altra storia. Era uno di quegli album che ti schifano quasi all’inizio, ma che poi interpreti e ne comprendi la grandezza. Quel disco portava qualcosa di mai sentito nella musica Pop commerciale, questo invece ricalca mode del momento già lanciate da tante altre Pop-Divas.
Ottimi pezzi rimangono per me: “Inside Out”, “Drop Dead Beautiful”, “Gasoline”, “I Wanna Go”.
Inutile negare il fatto che nel Musicbiz ci sono ragazze che vogliono a tutti i costi raggiungere la fama, ma per fare questo, promuovono e lavorano molto. La Britney ultimamente mi pare proprio rilassata, e quasi “disinteressata” alla promozione dei suoi progetti. Una “principessa” seduta. Questo un po’ si rispecchia anche nei brani di questo “Femme Fatale”.
Questo progetto per conto mio è inferiore a Circus, ma soprattutto inferiore a Blackout.
R&B Junk rating: 2.5/5
Verrà ulteriormente aggiornato questo post con le Bonus Track. Potrebbe anche essere che i pezzi migliori siano stati lasciati fuori dalla tracklist ufficiale.
1. Till The World Ends
2. Hold It Against Me
3. Inside Out
4. I Wanna Go
5. How I Roll
6. (Drop Dead) Beautiful (Feat. Sabi)
7. Seal It With A Kiss
8. Big Fat Bass (Feat. Will.I.Am)
9. Trouble For Me
10. Trip To Your Heart
11. Gasoline
12. Criminal
E voi cosa ne dite di questo ultimo album della Britney? Sparate la vostro contro-recensione, oppure dite semplicemente la vostra breve opinione nei commenti.