Oggi andremo ad analizzare nel dettaglio la carriera musicale di uno dei più completi e versatili artisti dell’ultimo decennio e anche qualche anno in più. Il suo nome è Justin Timberlake, classe 1981, cantante e cantautore, attore, ballerino, produttore, songwriter. Justin, nato a Memphis, inizia la sua carriera partecipando giovanissimo a un talent show, “Star Search”, ma divenne famoso nel 1995, quando entra a far parte del gruppo “‘NSync”, scioltosi poi nel 2002.
Nella sua carriera, Justin si è dimostrato non solo poliedrico e capace di fare grandissime cose sia come cantante, che come autore che come produttore, ma è riuscito a spaziare anche tra generi musicali differenti, passando dall’urban al pop come se niente fosse e riuscendo perfino a sperimentare con synth elettronici senza però mai snaturare il suo stile, restando sempre coerente con se stesso e riuscendo a gestire la sua carriera con un’intelligenza che si riscontra in ben pochi suoi colleghi.
Justin Timberlake non è dotato di una voce potente, ma ha un timbro molto particolare, inconfondibile. Ha uno stupendo falsetto, molto versatile, che va dal leggero al sensuale, dal deciso al graffiante. La sua più grande forza sta proprio nell’interpretare magnificamente i diversi sound, i diversi stili, adattandosi a qualsiasi tipo di strumento e beat. In alcune tracce ci ha dato prova di ben riuscire anche con sonorità rock, mentre in altre sembra quasi arrivare al rap. Dai featuring nel corso della sua carriera, come con Snoop Dogg o al fianco di Jamie Foxx e T.I., con Jay-Z e 50 Cent, si comprende come la sua voce e la sua versatilità si possano sposare perfettamente anche con l’Hip Hop e appunto col rap.
JT è uno dei cantautori maggiormente influenti di questi ultimi anni e forse la sua bassa quantità di produzione musicale ha aumentato ancora di più il prestigio dell’artista. È anche un grande performer: nei live canta sempre quasi tutta la canzone, la interpreta, balla e canta allo stesso tempo e a volte si diletta anche a suonare qualche strumento, come la chitarra.
Per il suo album di debutto “Justified”, uscito nel 2002, Justin decise di puntare in alto e mostrare al mondo di essere molto di più di un semplice cantante di una boyband. Proprio per questo ci mise un po’ a mettere insieme i pezzi del puzzle, utilizzando molto tempo pensando con chi volesse lavorare e collaborare, che sound avrebbe scelto e come sarebbe stato il suo progetto.
Alla fine scelse di collaborare principalmente con i The Neptunes, duo di produttori di cui fa parte Pharrell Williams, e Timbaland, optando per un sound Rnb. Il periodo più intenso e produttivo per l’incisione di Justified durò 6 settimane. Come disse un’intervista successivamente “le canzoni venivano spontanee”.
Per la realizzazione, Justin e soci si ispiravano molto ai primi album di Micheal Jackson, con l’intento di creare brani che potessero essere senza tempo; cosa che, a loro avviso, mancava nel mondo dell’Rnb di quel tempo.
Nell’album sono presenti tre duetti: con i The Clipse, duo formato da No-Malice e un Pusha-T ancora alle prime armi, Janet Jackson e Bubba Sparxx. Ma in più canzoni, anche se non figurano tra i featuring, si sentono le voci di Timbaland e Pharrell, che hanno dato un apporto musicale e vocale non indifferente.
L’album è composto da 13 tracce, più una hidden-track, tutte co-scritte dallo stesso Timberlake con il team di produttori e songwriters.
Il tema principale è quello dell’amore, nelle sue tante sfaccettature: quella felice e romantica, in cui il cantante dichiara i suoi sentimenti all’amata come in “Señorita”‘, “Like I Love You”, “Nothing Else” e “Take It From Here”; quella più sensuale come in “Rock Your Body”, “What You Got”, “Take Me Now”; infine quella più triste, sicuramente ispirata alla fine della sua relazione con Britney Spears. Da qui nasce “Cry Me A River”, in cui Justin rimprovera a Britney la sua disonestà. Altri esempi sono”Never Again”, in cui affronta la stessa tematica, ma in chiave più malinconica; ed ancora “Still On My Brian” dove canta di non riuscire a dimenticare il suo amore.
Il sound generale del disco è prevalentemente Rnb e Pop e ciò rende l’album molto coeso, senza però risultare monotono, grazie alla presenza di sonorità differenti in più tracce: come in “Señorita” in cui sono presenti elementi di musica latina; in “Like I Love You”, che ha un frequente riff di chitarra classica; in “Last Night”, dove invece troviamo lo xylofono nel ritornello; “Cry Me A River” formata da synths e riff di musica araba insieme a canti Gregoriani e “Rock Your Body”, dal vibe groove che ispira danza e movimento.
Dopo il successo del primo album, che ha portato anche alla vittoria di due Grammy Awards, Justin decide di accantonare la musica per un po’ e dedicarsi ad altri progetti principalmente legati alla tv e al cinema. Questo fino al 2005, quando inizia a lavorare al suo secondo album: “FutureSex/LoveSounds”, uscito poi l’anno dopo.
Per quest’album Justin rinnova la collaborazione con Timbaland e si avvale anche di Danja: i due sono i producers principali del disco, ma in alcune produzioni ritroviamo anche will.I.am e il grande Rick Rubin. In questo album si inizia a notare la partecipazioni attiva da parte del cantante, che co-produce tutte le tracce. Un elemento significativo viene aggiunto alle musiche: sto parlando dell’inserimento della beat box, che poi diverrà un simbolo, marchio di fabbrica delle collaborazioni tra Timberlake e Timbaland.
Anche per questo disco l’ispirazione venne man mano. Inizialmente, Timberlake e Timbo non sapevano bene quale direzione intraprendere e per poter trovare l’ispirazione Justin decise di ricorrere alla stessa tecnica utilizzata per Justified: studiare album di altri artisti. Questa volta la scelta ricadde su Prince e David Bowie principalmente, ma anche su Arcade Fire, Radiohead, David Byrne, con lo scopo di creare sonorità diverse dall’Rnb classico del primo album.
Un’altra grande novità sta nell’inserimento di preludi e/o interludi in alcune tracce: instrumental dalla durata variabile che generalmente rappresentano la fine di una canzone o l’intro di quella successiva. Questi sono stata inseriti perché il cantante voleva ricreare un sound rock in alcuni brani, ma Timbaland era titubante all’idea non essendo molto pratico del genere e non volendo far alienare il fanbase Rnb di Justin. Così entrambi decisero di optare per questa soluzione.
L’album è composto da 12 tracce nella versione originale, che vanta di featuring con will.i.am, Timbaland, T.I. e i Three 6 Mafia, gruppo di cui faceva parte anche Juicy J. Si arriva a 15 tracce nelle deluxe versions, aggiungendo i duetti con Snoop Dogg, Beyoncé, 50 Cent e Missy Elliot.
Possiamo dividere l’album in due macro-temi. Il primo tratta il sesso e l’amore più sensuale: “Futuresex/Lovesounds”, “SexyBack”, “Damn Girl”, “Sexy Ladies”, “Lovestoned”. Il secondo è invece più soft, con canzoni che parlano di tradimenti, vedi “What Goes Around…/…Comes Around” e “All Over Again”. La prima narra la storia di una donna che ha tradito l’artista, anche se Justin ha sempre specificato che era ispirata a una situazione vissuta da un’amico, mentre nell’interludio Justin racconta di come tale donna che lo ha tradito a sua volta abbia scoperto di essere tradita. Ecco perché “what goes around, comes back around”: sarebbe una sorta di “chi la fa, l’aspetti”, oppure in modo più gergale: “prima o poi la ruota gira per tutti…”
Altre canzoni sono delle dichiarazioni d’amore, come “My Love”, “Until The End Of Time”, “Summer Love”. Tuttavia, troviamo anche una canzone che si discosta da questi temi e affronta quello dell’abuso di droghe. In “Losing My Way” parla proprio di questo. L’ispirazione venne grazie ad un documentario a tema che colpì molto l’artista.
Per quanto concerne il sound, assistiamo a una maturazione e un cambiamento, nonché un salto di qualità. Infatti non è l’Rnb ad essere il genere predominante, ma sono presenti varie influenze. Troviamo canzoni con sfumature elettro/dance-pop grazie all’uso massiccio di synth come in “Sexyback” , “My Love” e “Summer Love”; altre con influenze funk come “Sexy Ladies”. Le influenze rock le troviamo nella title track “FutureSex/LoveSounds” e nel prelude “I Think She Knows”; mentre “Damn Girl” riprende lo stile soul degli anni 60.
Dopo il tour mondiale del secondo album, Justin decide di prendersi ancora una volta una pausa dal mondo della musica iniziando a recitare in molti film di successo come “The Social Network” e “In Time”, per citare i più importanti.
Poi, in modo silente e senza far uscire singoli qua e là, inizia a lavorare al terzo album a metà del 2012. A differenza del precedente, che ha avuto un iter piuttosto lungo, Justin finisce di registrare in sole 4 settimane, a cause degli impegni cinematografici.
Ancora una volta lavora con Timbaland, ormai binomio inseparabile. In più chiama J-Roc, il gruppo vocale e orchestrale The Tennessee Kids e Rob Knox. L’album, intitolato “The 20/20 Experience” esce nel marzo del 2013 e prevede sin da subito un sequel che uscirà sei mesi più tardi. Il cantante scelse questo particolare titolo dopo aver fatto ascoltare alcune canzoni ai suoi amici, i quali le hanno etichettate come “musica per vedere”.
Anche per questo doppio progetto il team decise di non seguire il classico standard di 3-4 minuti per canzone, ma di riproporre, in maniera addirittura più marcata, il lavoro che avevano già fatto per “FutureSex/LoveSounds”. Infatti, per questo disco la durata delle tracce si allunga, tant’è che la media per canzone sfiora i 7 minuti.
Come i precedenti album, i temi principali sono l’amore e il sesso. Nella prima “esperienza”, si parte subito con “Pusher Love Girl” dove paragona l’amore a una droga e la sua donna al suo pusher personale; in “Straweberry Bubblegum” usa le caramelle come metafore mentre in “Spaceship Coupe” questo ruolo viene dato ad una navicella spaziale e lo spazio. Singolo di successo e campione di record è il duetto con Jay-Z nella bella “Suit & Tie”, accusata recentemente anche di plagio, non per la musica, i quali diritti sono stai regolarmente pagati, ma per le liriche.
“Tunnel Vision” è la traccia numero 5, una delle più profonde del primo disco, dove anche il video risulta particolare; una forma d’arte, con in esso delle scene di nudo, mai volgare. La canzone romantica per eccellenza è invece “Mirrors”, un capolavoro. Il cantante racconta la storia di un uomo che non vuole perdere la sua anima gemella dopo una pausa di riflessione.
In “That Girl” invece Justin parla di questa ragazza del sud della quale si è innamorato e nella lenta e dolce “Blue Ocean Floor” parla di un amore che il cantante non vuole far venire allo scoperto e per questo i due amanti si nascondono sul fondo dell’oceano. Poi troviamo la movimentata “Let The Groove Get In”, con una sezione di fiati, molto usati nel disco, che fanno ballare. Una pop-dance song ispirata a Michael Jackson, con suoni e percussioni che ricordano l’Africa.
Questa prima parte contiene 10 canzoni nella versione originale del CD, 12 nella deluxe version.
La seconda “esperienza” esce nel settembre 2013. Subito un importante feat col rapper Drake, per il quale era stata prevista soltanto una piccola strofa, poi fatta allungare appositamente perché Justin voleva più presenza del rapper nella canzone.
In quest’album troviamo molte canzoni che parlano di breakup, come “Drink You Away”, in cui metaforicamente Justin vuole dimenticare la donna amata provando a bere vari alcolici, senza riuscirci. Il beat è formato da due chitarre, una classica e una elettrica, ed ha sonorità molto country, ottime per una serenata. “TKO” invece usa la metafora del KO Tecnico (da qui l’acronimo) tipico degli incontri di box per esprimere il sentimento che si prova nello scoprire che la propria ex sta con un altro uomo.
“Amnesia” è una novità dal punto di vista del sound con una parte orchestrale all’inizio e un ritornello a più voci e intonazioni dall’effetto coinvolgente. Altre influenze rock le troviamo in “Only When I Alway Away”, in cui ci ha collaborato anche un musicista e cantante italiano, il noto Amedeo Minghi. La traccia è molto particolare poiché nell’interludio sembra trasformarsi in una canzone completamente diversa, dal sound e dal ritmo molto reggae.
Ed ecco completata la sua carriera musicale. Justin Timberlake è semplicemente unico! Sperando che continui così e che ci faccia ancora ascoltare, anche se con lunghi tempi di attesa, altri suoi capolavori. Noi siamo disposti ad aspettare… Ne vale sempre la pena! Come sempre concludiamo con un sondaggio:
Articolo scritto da Riccardo Falconieri & Veronica Gurguis