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In attesa del nuovo album 2023, ecco i migliori album di Miley Cyrus
In attesa del nuovo album 2023 ripercorriamo la carriera di Miley Cyrus attraverso i suoi album! Il nuovo disco 2023 viene anticipato dal brano Flowers, sequel delle hit del 2020 “Midnight Sky” e dal duetto trasgressivo con Dua Lipa “Prisoner”
Miley Cyrus: sicuramente uno dei personaggi musicali più discussi da moltissimo tempo, seppur giovanissima Miley può contare già su una carriera sorprendente e su una versatilità musicale e d’immagine sconosciuta a molte star presenti nello showbiz da molti più anni.
Partita come una via di mezzo tra pop, pop-rock e country-pop, nella sua carriera Miley ha poi spaziato tra i generi più diversi, alternando momenti electro pop a momenti più urban, conditi comunque da esperienze che l’hanno portata ed esplorare anche un po’ di soul e vero e proprio hip hop (si, ha anche rappato), fino ad arrivare alla parentesi alternative dell’album/mixtape rilasciato gratuitamente alcuni anni fa.
Questo pone le basi per un confronto molto interessante, dal quale speriamo che nessuno di voi voglia tirarsi indietro. A questo punto, allacciate pure le cinture: si parte!
Breakout
Partiamo da “Breakout” in quanto consideriamo il precedente “Meet Miley Cyrus” un disco ancora ancorato ad Hannah Montana, un personaggio ben diverso dalla vera Miley Cyrus. L’album è composto da 14 canzoni: 9 co-scritte da Miley insieme ai Rock Mafia, 1 scritta solamente da loro, 1 da un cantante country-rock di nome Jeffree Steel e 2 cover di Cindy Lauper e Cheyenne Kimball.
I testi sono molto belli e denotano un certo talento compositivo da parte di Miley che all’epoca della composizione aveva solo 16 anni. Il tema principale è l’amore: Miley è stata ispirata dalla rottura con Nick Jonas e molte canzoni sono su di lui. In questo senso abbiamo il filone aggressivo (”7 Things” o ”Full Circle”) e il filone riflessivi (” The Driveway” e “Goodbye”).
Ma non mancano altri temi come: il raggiungimento della maggior età e le relative responsabilità in ”Simple Song”, l’inquinamento atmosferico in ”Wake Up America”, i paparazzi in ”Fly One The Wall”, la scuola in “Breakout” e la nostalgia di una persona amata in ”Bottom Of The Ocean”.
Il sound che predomina è il pop-rock: ”7 Things”, ”Wake Up America”,” Breakout”, ” Simple Song”, ”Full Circle e ”The Driveway”. Poi troviamo tracce con qualche venatura di country come ”These Four Walls” e ”Goodbye”, 2 tracce tendenti all’electro/dance-pop come ”Fly On The Wall” e ”See You Again”, remixata rispetto alla versione di Mee Miley Cyrus.
Nonostante la giovanissima età che aveva quando ha inciso questo disco, la voce di Miley sembra quella di un’adulta: profonda, molto profonda. Qui si sente in tutta la sua bellezza e purezza in ogni traccia, nessuna esclusa.
Sono diventata fan grazie a quest’album che letteralmente mi ha conquistata dalla prima canzone all’ultima, uno dei suoi migliori.
The Time Of Our Lives
Un anno dopo esce un EP intitolato ”The Time Of Our Lives”, il quale serviva semplicemente a promuovere la sua linea di abbigliamento creata per una catena di negozi americana. Miley l’ha definito come un album di transizione che potesse fare capire alla gente quali sarebbero state le caratteristiche del suo album successivo.
L’ep è composto da 7 tracce: 2 co-scritte da Dr Luke, 3 da John Shanks, 1 da Roger Lavoie e l’ultima da Miley insieme ai Jonas Brother, ed è un duetto tra lei e Nick. Per quanto riguarda i temi, il principale è ancora l’amore, ma stavolta cantato in una maniera più matura rispetto al precedente album come in ”Obsessed”, ”When I Look At You” e ”Before The Storm”. Altri temi sono: il trasferimento da Nashville alla California in ”Party In The USA”, vivere il presente senza preoccuparsi del futuro in ”The Time Of Our Lives” e l’essere irritati da qualcosa/qualcuno in “Talk Is Cheap”.
In quanto al sound: il pop-rock c’è ancora in una sfumatura più pesante rispetto a Breakout, in brani come ”Kicking And Screaming” e ”Talk Is Cheap” ci sono ancora chitarre elettriche e batterie. Il salto di qualità lo si avverte nelle ballate: ”When I Look At You” e ”Obsessed”, in cui è stato inserito un bellissimo assolo di chitarra. Poi troviamo canzoni sul dance/synth-pop come ”Party In The USA e ”The Time Of Our lives”
Si inizia ad avvertire un po’ di autotune nelle tracce electro-pop, ma senza comunque alterare del tutto la vocalità della popstar, che si sente in tutta il suo splendore negli altri brani. In questa straccia noi sentiamo una maturazione vocale ed interpretativa che eccelle soprattutto in Obsessed.
Can’t Be Tamed
Proseguiamo con il successivo album ”Can’t Be Tamed”, uscito nel 2010, che segna la svolta di Miley come artista e dà il via al suo distacco dall’immagine di girl next door in favore di una più sexy, senza comunque cadere sul volgare. Inizialmente, Miley voleva fare un album rock stile Paramore, poi cambiò idea e decise di non lasciare completamente il pop, portandolo in un livello ancora più alto di prima.
L’album è composto da 12 canzoni: 5 co-scritte con i fedeli di Rock Mafia, 3 con Shanks e altri collaboratori e 4 solamente con lui, più una cover dei Poison. I testi sono scritti molto bene, con una loro logica narrativa che è fondamentale per un scrivere un buon testo, almeno secondo il mio punto di vista.
Il tema principale è ancora l’amore, ma questa volta si avverte una maggiore consapevolezza del sentimento e una maturità che in Breakout ancora non c’era. Parlo di brani come in ”Who Owns My Heart”, ”Forgiviness & Love” e ”Take Me Along”. L’artista qui comunque non perde la sua vena adolescenziale, perché aveva ancora 17 anni all’epoca della composizione e lo si vede in ”Permanent December” e ”Two More Lonely People”.
Un altro tema principale è la libertà trattata in 3 modi diversi: abbiamo ”Liberty Walk” in cui Miley parla a coloro che vogliono lasciarsi alle spalle una relazione abusiva, ”Can’t Be Tamed, un aperto affronto a tutti coloro che provino a cambiarla, ed infine ”Robot” che pur essendo simile alla precedente di rivolge alla Disney. Un caso isolato è costituito da ”My Heart Beats For Love” che parla dell’omofobia, dedicandola al suo ex hair-stylist.
In quanto al sound, il disco è molto coeso senza che le tracce perdano la loro unicità. Si tratta di un obiettivo difficile da raggiungere, ma che lei e il suo team hanno centrato in pieno, soprattutto nelle uptempo che sono dance/electro-pop ma tutte diversi tra di loro, grazie alla presenza di una serie di dettagli come alcuni riff di tastiera elettronica in ”Who Owns My Heart” e riff di chitarra in ”Two More Lonely People’.
Si sente un gran lavoro dietro a tutti questi sound, tuttavia in quell’epoca la società non era ancora pronta ad un disco del genere, ed il trattamento fu lo stesso che poco tempo dopo venne riservato a Christina Aguilera per il suo “Bionic”. A differenza dei precedenti album, qua sono i sintetizzatori e altri programmi i protagonisti. Gli strumenti li troviamo principalmente nelle ballate, che tuttavia a parte ”Take Me Along” (che sembra una traccia uscita da ”Breakout”) rappresentano comunque un’evoluzione rispetto al passato.
In coerenza con il sound troviamo l’autotune: in alcune come ‘Liberty Walk” non sovrasta la sua splendida vocalità, in altre come ”Permanent December” e ”Robot” invece si. Fortunatamente il resto dei brani non è stato toccato e possiamo sentire la sua meravigliosa voce che è diventata ancora più potente rispetto ai precedenti lavori.
”Can’t Be Tamed” è il mio album preferito e credo che rimarrà tale per sempre, amo il sound, amo i testi, amo la voce che ha nella maggior parte dei brani. Non c’è nulla che cambierei, a parte l’autotune.
Bangerz
Miley si prende una pausa e si dedica alla recitazione, lascia la Hollywood Records e senza ancora un contratto in mano inizia a lavorare al prossimo album di nome ”Bangerz”, uscito nel 2013 sotto la RCA Records. Per Miley, questo disco segnava la rinascita e infatti ha più volte detto che è come se si trattasse del suo primo disco, rinnegando così i suoi vecchi lavori: niente più Rock Mafia, ma nuovi produttori quasi tutti proveniente dal mondo hip/hop e urban come Mike Will Made It e Pharrell Williams. L’altra novità riguarda la presenza di molti duetti: Nelly, Future, French Montana, Britney Spears e Big Sean.
L’album è composto da 16 tracce, tutte co-scritte da Miley eccetto 4 scritte da altri autori di cui il principale Pharrell Williams. Molti testi di quest’album sono belli, anche se a mio parere, non all’altezza di quelli dei precedenti album, poi ce ne sono altri che proprio non reggono il confronto con quelli contenuti negli album precedenti.
L’album è dedicato alla rottura di fidanzamento con Liam Hemsworth, dunque quasi tutte le canzoni sono su di lui: ”Drive”, ”Maybe You’re Right”, ”My Darlin”, per citarne alcune. Poi troviamo canzoni incentrate su storie inventate come ”4×4”, che parla di una ragazza che vuole pagare la cauzione del suo ragazzo rinchiuso in prigione e ”Get It Right”, che parla dell’intimità con una persona, una tematica mai affrontata prima da Miley. Troviamo anche canzoni che parlano di altri argomenti come ” We Can’t Stop”, che parla del divertirsi con gli amici e ” On My Own” e ” Do My Thang”, che sono le classiche empowerment songs.
La coesione di Can’t Be Tamed cede il posto a un mix di stili e sound rendendo questo disco l’album più variegato rilasciato finora di Miley: possiamo trovare di tutto, dal pop semplice come ”Wrecking Ball ‘‘ al pop soul-oriented di ”Adore You’‘, passando per le influenze hip-hop e rnb di ”We Can’t Stop”, ” Love Money Party” fino ai ritmi più funky di ”Get It Right” e ”On My Own”. Ci sono anche canzoni dance come ” Do My Thang” e ”Someone Else” e infine canzoni ‘classiche’ della Miley degli altri album come ”Rooting For My Baby” e ” Maybe You’re Right”.
La sua voce è diventata ancora più potente qui e lo si sente soprattutto nelle ballate e in ”FU”, mentre non risalta per niente nelle tracce in cui cerca di fare la hip-hop girl come in ”Love Money Party” e ”Do My Thang”. Ma come si fa a sprecare un simile strumento per il rap?
Sicuramente è un bell’album che ha alcune delle più belle canzoni di Miley, ma a differenza degli altri, in cui non c’era nessun filler, in questo ne ho trovati tanti. Senza contare che la magia che avevano i gli altri brani è irraggiungibile, sono immortali. Lei e i Rock Mafia erano perfetti, si completavano a vicenda.
Miley Cyrus and Her Dead Petz
Siamo nel 2015 e Miley sorprende tutti rilasciando il quinto album “Miley Cyrus and Her Dead Petz” gratuitamente dato il volere della casa discografica di non volerlo pubblicare nei negozi. L’album si discosta molto dai precedenti lavori, troviamo molti più pezzi lenti e una maggior indipendenza della cantante che ha curato personalmente tutto il concept.
L’album è composto da 23 canzoni, il più lungo che Miley abbia rilasciato finora. 10 canzoni sono state scritte da Miley solamente, un’assoluta novità, mentre tutto il resto e stato composto insieme a The Flaming Lips e Mike Will Made It. Così come per il precedente album, ci sono tanti testi la cui maggior parte sono quelli scritti solo da Miley. Il restante è un po’ difficile da commentare.
Dato il titolo dell’album, il tema principale sono gli animali morti che la cantante possedeva: ”The Floyd Song” dedicata al suo cane e ”Pablow The Blowfish” scritta invece per il suo pesciolino morto, un’ispirazione simile a quella avuta per “Bottom Of The Ocean”, nonostante poi la canzone si sia evoluta in un altro modo.
Però, c’è da dire che molte canzoni non parlano dei suoi animali, come ad esempio ”I Get So Scared” o ”BB Talk” dedicate a Liam. Poi troviamo ”Karen Don’t Be Sad”, una sorta di lettera di incoraggiamento per questa ragazza che viene incitata vivere la sua vita senza preoccuparsi dei giudizi. Molti hanno pensato che parlasse di lei stessa. Da citare anche ”1 Sun”, che riprende il tema dell’ambiente di ”Wake Up America” in modo più maturo.
Sfatiamo il mito che quest’album sia tutto sperimentale: ”Milky Milk Milky”, ”Doo It”, ”Space Boots” ” Slab Of Butter”, ”I’m So Drunk” sono le uniche tracce sperimentali a mio parere. Il resto è formato da chitarre, da beat artificiali e piano come prima, tracce come ”Twinke Song”, ”I Gest So Scared”, ” Fweaky”, ”The Floyd Song’ non si allontanano molto dal suo vecchio stile. Senza contare che Miley disse che voleva che quest’album fosse tutto strumentale, ma così non è stato. Ci sono strumenti veri quanto in ‘Bangerz’. Si poteva fare qualcosa di più, molte tracce finiscono per assomigliarsi troppo e non è mai successo nei precedenti album.
In quest’album, Miley usa una parte più soft della sua voce, quasi piattamente, il che fa risultare alcuni brani molto pesanti. Avrei voluto che tirasse fui di più la voce come in ”Twinkle Song”, l’unica canzone dietro alla quale ho percepito una grande intenzione.
Questo è a mio avviso il disco peggiore di Miley: alcune tracce le trovo inutili e altre non mi danno quella magia che sentivo con le vecchie canzoni. Lo ripeterò fino alla nausea, lei e i Rock Mafia erano perfetti insieme, loro riuscivano a tirarle fuori tante cose che questi produttori hip-hop o artisti di nicchia non riescono a fare.
Younger Now
Miley stravolge ancora tutto nel 2017 quando pubblica l’album Younger Now.
Il disco é un connubio tra musica Pop e Country, una sperimentazione azzardata e lontana anni luce dagli eccessi d’immagine di Bangerz.
Un disco che secondo noi rimane tra i più sottovalutati di sempre, l’aria non tirava per il verso giusto in quell’anno, ed anche la magnifica canzone “Younger Now”, title track e singolo del disco, venne snobbata diventando uno dei più grandi flop della Cyrus ad oggi.
Questa era fu contraddistinta anche da una polemica. Miley in diverse interviste infatti rinnegava il suo album più di successo, “Bangerz”, causando non pochi malumori ai suoi fans, e facendola classificare da molti media “un’artista ipocrita”.
She Is Coming
Si tratta di un EP rilasciato nel 2019. She Is Coming non é stato classificato come vero e proprio album di Miley Cyrus, ma al suo interno vi sono dei sound innovativi ed interessanti, che fanno cambiare ulteriormente pelle a Miley. Il singolo di punta é Mother’s Daughter, per noi tra i brani più belli del 2019.
Plastic Hearts
Nel 2020 Miley pubblicò il suo nuovo album Plastic Hearts. La cantante si é ancora una volta rifiutata di allinearsi ai trend, ma ha sfornato da questo album delle collaborazioni Pop d’eccellenza, anche con sonorità differenti. Il disco viaggia negli anni 80, nel punk, nel pop, in una fusione davvero eccellente. Si tratta di certo di un album sottovalutato e commercialmente poco performante, ma di un disco davvero “giusto” per la sua idea.
Un disco “incompreso”, Prisoner la collaborazione con Dua Lipa é una pop track super catchy che meritava la top 10, ma che non si é fermata oltre la posizione 54 della Billboard Hot 100. Anche il primo singolo “Midnight Sky” che mischiava delle sonorità anni 80 con la contemporaneità poteva fare davvero di più.
Miley é un portento, é una grande cantante Pop, speriamo torni la primavera che si merita con il prossimo disco.