Cari lettori di R&B Junk, mi chiamo Giuliano e sono un nuovo collaboratore della redazione di questo sito. Oggi vi parlerò di una delle cantanti più ecclettiche, ed ahimé sottovalutate, degli ultimi anni, Nelly Furtado. Dopo un breve recap della sua carriera discografica, cercherò di fare il punto sulla sua situazione commerciale, in attesa del nuovo album, previsto per il 2016.
Classe 1978, canadese di origini portoghesi, la cantante Nelly Kim Furtado debutta nel panorama pop mondiale nel 2000 con l’album “Whoa, Nelly!“, dal quale vengono estratti singoli come “I’m Like A Bird” e “Turn Off The Light“. Questi brani la catapultano tra le stelle del pop e ne mettono in evidenza capacità vocali, interpretative e di autrice. Il debutto dell’artista è grandioso: vince infatti un Grammy Award con la canzone “I’m Like A Bird” per la miglior performance vocale pop femminile.
A tre anni di distanza, nel 2003, la cantante ragala al mondo il suo secondo LP, intitolato “Folklore“, album introspettivo e malinconico; molte canzoni infatti affrontano temi sentiti dalla cantante, che cerca inoltre di battere nuove strade musicali, fondendo strumenti classici e folklorici a produzioni urban con concitati effetti da disc-jockey. A livello commerciale però il disco gode di un successo molto più contenuto rispetto al primo album (2 milioni di copie vendute in tutto il mondo, contro gli 8 di “Whoa, Nelly!”), e nessuno dei singoli estratti (tra cui la superba “Try“) riesce a farsi notare nelle principali chart.
Quella che potremmo definire come la “regola dei tre anni” viene rispettata anche questa volta, e, a tre anni da “Folklore”, la Furtado ritorna sulle scene con il terzo album, “Loose” (2006). Il disco rappresenta una svolta per la cantante, che collabora con il produttore urban Timbaland e si presenta sotto una veste più sensuale e ammaliante. Il cambiamento, musicale e d’immagine, premia la cantante: “Loose” è il disco femminile più venduto del periodo 2006-2007 e della sua carriera (si aggira attorno ai 10 milioni in tutto il mondo), molti dei singoli (“Meneater“, “Promiscuous“, “All Good Things” e “Say It Right“) si rivelano dei grandissimi successi in tutto il mondo e la Furtado fa incetta di premi (Europe Music Awards, Juno Awards, ecc). Tutto questo successo spiazza un po’ la cantante e il tour mondiale a supporto del disco, il “Get Loose Tour“, sarà una dura prova per lei, tant’é che Nelly in qualche occasione è costretta ad interrompere l’esibizione per le lacrime.
Ritrovata la serenità, e rispettato il già noto pattern dei tre anni, Nelly torna con un nuovo progetto, questa volta in lingua spagnola: sto parlando di “Mi Plan” (2009), anticipato dal singolo “Manos Al Aire” che diventa una grande hit, soprattutto in Europa e Sud-America; inoltre, con questo brano, la Furtado diventa la prima cantante Nord Americana a raggiungere il primo posto della US Bilboard Latin Songs con un brano inedito (non tradotto, cioé, a partire da una canzone già esistente). Il successo del primo singolo non si trasforma in successo per il singolo seguente (la delicata “Màs“), né per i singoli successivi estratti dal progetto, gestiti in maniera confusionaria e distratta.
La cantante però può definirsi soddisfatta del progetto, che le frutta il suo primo Latin Grammy e che vende più di un milione di copie in tutto il mondo, risultato più che ottimo per un progetto interamente in lingua spagnola.
Dopo l’ormai consueta pausa triennale, una serie di viaggi in Africa per fini benefici, il lancio della propria casa discografica, la Nelstar Records, ed un greatest hit di riflessione (che a livello di vendite e di singoli passa completamente inosservato), la camaleontica cantante canadese propone nel 2012 la sua quinta fatica discografica, “The Spirit Indestructible“, con il quale cerca di mandare un messaggio di positività e di ottimismo.
L’album viene descritto dalla stessa come un amichevole pugno in faccia che mira a stupire l’ascoltatore tramite le reciproche contaminazioni tra pop, r&b, elementi tribali, rock ed alternative e verte su temi profondi e di spessore (“Believers Arab Spring” è ispirata dagli avvenimenti della primavera araba, ad esempio), o personali (“Enemy“, “Spirit Indestructible“, “High Life“).
L’intero progetto è anticipato dall’ambiziosa (e decisamente poco radio-friendly) “Big Hoops (The Bigger The Better)“, banger urban pop che cita più o meno esplicitamente tutte le canzoni e gli artisti che Nelly ascoltava da giovane; il brano viene accolto in maniera fredda dal grande pubblico, che ne segna l’andamento non brillante nelle classifiche (#40 nella US Bilboard Pop Songs, #14 nella UK Singles e #28 nella Canadian Hot 100).
La performance sottotono del singolo e la mancanza di interesse nel progetto (poche views per il video, pochi passaggi in radio), spingono Nelly e la casa discografica a posticipare dopo l’estate dello stesso anno l’uscita del disco nonostante copertina, tracklist e data di rilascio fossero già state rivelate.
L’ispirata “Spirit Indestructible” e l’ipnotica “Parking Lot“, rilasciate rispettivamente per il mercato europeo e per quello americano, falliscono nell’impresa di generare impatto e riavvicinare Nelly alle radio, pertanto il disco affronta una first week di vendita terribile: nel suo Canada, Nelly vede il suo quindo disco debuttare alla posizione #18, ma è in America che la situazione è ancora più nera.
il disco, infatti, vende solamente 6.000 copie (sono ormai lontani i tempi di Loose e delle sue 220.000 copie americane durante la prima settimana di vendita). Nonostante cifre così contenute Nelly, da buona donna indistruttibile, rilascia ulteriori singoli, “Bucket List” e “Waiting for The Night“, che si rivelano ulteriori buchi nell’acqua.
Ma è davvero finita la carriera di questa brunetta tutto pepe nella scena pop? Oppure è possibile un ritorno di tutto rispetto per la bella canadese?
Se da un lato, la musica che la cantante ha proposto è stata sempre più che consistente e di qualità (persino la “pecora nera” “The Spirit Indestructible” ha ottenuto una valutazione di tutto rispetto per un disco pop su Metascore, sito di recensioni musicali e non), non si può dire altrettanto per la gestione e la promozione degli stessi, non necessariamente sbagliati, ma assolutamente inadatti al mercato musicale attuale.
In primissimo luogo, prendersi tra un’album e l’altro tre anni di pausa dalle scene è un po’ l’equivalente di un suicidio musicale: basti pensare che ai tempi di “Loose”, il suo disco più fortunato, molti dei personaggi di maggior successo di questi anni (Katy Perry, Lady Gaga, Taylor Swift, Bruno Mars) ancora non esistevano o erano alle prime armi; questa politica ha avuto il risultato di allontanare la cantante dalle radio e, conseguentemente, dai cosiddetti “ascoltatori casuali“. Almeno da questo punto di vista, le cose non sembrano essere destinate migliorare con il prossimo album.
Con le sue lunghe pause, durante le quali spariva completamente dai riflettori, la cantante ha ottenuto un altro disastroso risultato: non ha permesso la formazione di un fan base molto ampio e fedele, che comprasse a prescindere i suoi dischi.
Le lunghe pause tra un disco e l’altro, l’assenza di un solido e fedele fan base, le scelte di singoli sbagliati da “Manos Al Aire” in poi, e il continuo tentativo di proporre musica sempre diversa da sé e dalle tendenze mainstream del momento, si sono rivelate un mix fatale per il destino commerciale della Furtado.
Ma se i lunghi periodi di pause, con le logiche conseguenze di mercato, e le scelte di singoli sbagliati, sono dei disastri imputabili del tutto o in parte alla Furtado, la sua musica differente e fuori dal coro è in realtà uno dei principali punti di forza dell’artista: il flop colossale del 2012, ad esempio, proponeva musica “imperfetta” avulsa dalle logiche di mercato, mentre nella classifiche dominava incontrastata più che mai la musica elettro-commerciale (“Starship” della Minaj, “Payphone” e “One More Night” dei Maroon 5, e così via) ed è un peccato che un’artista così avvezza a rischiare abbia così grande difficoltà a farsi notare nel panorama pop, in radio e nelle classifiche.
Il talento innegabile non sempre si traduce in successo commerciale, ma come si dice “la speranza è l’ultima a morire” e sicuramente questo vale anche per la bella Nelly. Con la musica giusta, l’immagine giusta e la promozione giusta è sempre (o quasi sempre) possibile riprendersi da un flop o tornare a splendere quando ormai sembrava che l’oblio fosse inevitabile.
Il primo passo per un ritorno sulle scene con il botto dovrebbe sicuramente essere per la Furtado quello di ricreare una connessione con il grande pubblico, attraverso l’utilizzo massiccio di social network (ormai parte sempre più importante dell’auto-promozione), partecipando a programmi e talk show televisivi nel periodo precedente al nuovo album e realizzando collaborazioni con qualche artista di successo degli ultimi anni. Tutto ciò potrebbe beneficiare moltissimo l’artista e riportare interesse per il suo lavoro.
Premesso che il successo e la fama non sono tutto, soprattutto quando fai musica per l’amore e non esclusivamente per soldi, l’estinzione della Furtado nelle classifiche sarebbe una perdita per tutti noi, pertanto, impegniamoci a salvaguardare il pop di qualità e una delle cantanti più sottovalutate degli ultimi tempi.