10 grandi canzoni che in passato sono state vere hit, ma accompagnate da un video orribile!
Tra i vari mezzi per promuovere una canzone, oggigiorno il più importante è senza alcun dubbio il videoclip musicale. I singoli che vengono immessi nel mercato possono contare quasi sempre sul supporto di una clip, e spesso tali video garantiscono loro un successo superiore a quello che avrebbero ottenuto da sole.
Un video, tuttavia, per essere definito “bello” deve essere strutturato in maniera tale da presentare una trama, una coreografia e/o una sequenza di immagini che risultino attinenti al significato della canzone e soprattutto adatte a convogliare le emozioni prodotte dal brano stesso.
Un video, certo, può anche essere creato con lo scopo di generare precise sensazioni magari assenti nel brano (ad esempio erotismo o divertimento), ma per riuscirci deve comunque possedere determinate caratteristiche, non essere eccessivamente invasivo e non snaturare completamente il significato della canzone, altrimenti il risultato non sarà sempre piacevole.
Non in tutti i casi registi e cantanti capiscono tuttavia questi concetti, e spesso capita che, per un motivo o per un altro, il video creato per supportare una canzone sia scadente.
La maggior parte delle volte ciò succede per artisti privi di budget, e dunque per brani che spesso si rivelano flop, tuttavia non mancano i casi in cui i soldi per creare un bel video c’erano ma sono stati spesi male e, sebbene spesso ciò non abbia impedito ai brani di trasformarsi in grandi successi, l’effetto che molti di noi provano quando questi video vengono trasmessi in tv non è proprio dei migliori.
Vi proponiamo di seguito 10 grandi hit che sono a nostro avviso supportate da dei video che per vari motivi possono essere definiti orribili. Let’s Go!
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Taylor Swift – We Are Never Ever Gettin’ Back Together
Nonostante le copie vendute con gli album fossero già moltissime, per ottenere la sua prima no.1 hit nella Billboard Hot 100 Taylor Swift ha dovuto aspettare la sua prima, vera canzone completamente pop. Siamo nel 2011 e una Taylor reduce dalla sua Era più country (la “Speak Now” Era) decide di pubblicare una canzone che davvero non ha nulla a che fare con il sound da lei utilizzato fino a quel momento. Sto parlando di “We Are Never Ever Gettin’ Back Together”.
Canzone pop fresca, semplice, divertente ed orecchiabile, “We Are Never Ever” aveva un ritornello capace di insinuarsi meschinamente nelle mente di chi ascoltava. Ciò, unito alla fama dell’artista, non poteva non farne una grande hit.
Ciononostante, un punto debole questa canzone lo ha: il suo è un video musicale demenziale in cui location, costumi e comparse fanno venire voglia più di piangere che di ridere.
A cominciare dagli abiti a dir poco pessimi e ridicoli che Taylor ha scelto di indossare, continuando con i suoi tentativi di fare la sexy con addosso della roba che tuttavia la faceva sembrare una NERD fallita e finendo con una band composta da ragazzi travestiti da animali in una maniera ripugnante, Taylor è riuscita a confezionare un video demenziale che mai nessuno si sarebbe aspettato da parte di una star del suo calibro.
Va bene non prendersi sul serio, va bene fare i simpatici, ma c’è una bella differenza tra l’essere divertenti e l’essere ridicoli…
Pitbull feat Christina Aguilera – Feel This Moment
Nel 2013 sia Pitbull che Christina Aguilera si trovavano in un periodo orrendo per le loro carriere. Lui veniva da una lunga lista di singoli flop che avevano fatto assolutamente abbassare le sue quotazioni da hitmaker (le uniche basi su cui è riuscito a costruire la sua carriera), mentre lei veniva fuori dalla disastrosa “Lotus” Era, un periodo fatto di vendite scarsissime, qualità inferiore al passato e di un’immagine da sex symbol che andava sgretolandosi per via del suo ingrassamento.
Per questo motivo, la RCA decise di unire i due artisti in un duetto che potesse ridare slancio contemporaneamente alle carriera di entrambi. Da questo proposito nacque “Feel This Moment”, un brano che unendo un sample riconoscibilissimo (“Take on Me” degli a-ha), un ritornello reso potentissimo dalla performance vocale di Xtina e dei nomi comunque molto famosi non poteva non essere una grande hit.
Tuttavia il brano presenta una defaillance non da poco: un videoclip musicale caotico come pochi, creato spendendo due spiccioli ed unendo in maniera incredibilmente disordinata frammenti di video girati in innumerevoli occasioni: tour, performance, M&G con i fan di Pitbull, servizi fotografici, insomma centomila ingredienti uniti insieme nella peggior minestra mai realizzata nella storia della musica.
Come se non bastasse, il montaggio della clip è davvero pessimo, molte delle scene affiancate non c’entrano davvero nulla l’una con l’altra, ed il video non regge il paragone nemmeno con quelli di tanti artisti emergenti che creano video davvero senza alcun mezzo professionale.
Altra scelta discutibile è stata quella di photoshoppare la Aguilera in modo da farla apparire magrissima anche se ai tempi era ancora decisamente in carne… fortuna che poi la superstar è tornata davero in una forma perfetta proprio durante la promozione del pezzo, altrimenti ci sarebbero state molte polemiche anche su questo.
Britney Spears – Gimme More
Tra il 2007 ed il 2008, Britney Spears ha avuto un numero incredibile di problemi: dipendenza da alcol e droghe, disturbo bipolare, problemi nella gestione delle emozioni (aggravati da un’attenzione disumana dei media nei suoi confronti), mosse legale che la fecero tornare sotto la tutela dei genitori e che le fecero perdere la custodia dei figli, insomma, una situazione davvero orribile a cui non tutti sarebbero sopravvissuti.
In questa situazione, comunque, l’artista riuscì a proporre uno degli album più iconici nella storia della musica pop: “Blackout”. Considerato dai B-Army una sorta di vangelo, il disco conteneva un tipo di synthpop ricercato e di qualità, dei sound che gli hanno permesso di influenzare copiosamente la musica contemporanea. Tra le canzoni migliori c’era anche il lead single “Gimme More” che, trainato proprio dagli scandali (disastrosa performance ai VMA compresa), fu un grandissimo successo in tutto il mondo.
Per questo grande brano, Britney in persona aveva ideato un grande video, una clip che avrebbe dovuto svolgersi contemporaneamente durante un funerale ed in un club. Tutti coloro che hanno lavorato al video si definirono entusiasti: essi parlarono di una delle migliori clip alle quali avessero lavorato e di set fantastici, ma purtroppo tutto questo lavoro non ha mai visto la luce del sole.
Per motivi mai chiariti davvero, la Jive decise di tagliare l’impossibile, di eliminare tutto ciò che era stato partorito dalla mente di Brintey per lasciare un’unica scena, che si è trasformata poi nel video completo.
In questa scena la Spears, in quel periodo nella sua forma peggiore come ballerina, esegue una lap dance scadente e ripetitiva, mostrata tra l’altro con dei filtri che sembrano creati con programmi non professionali, il tutto per per un’opera d’intrattenimento da 4 soldi che nessuno si sarebbe mai aspettato da una performer professionista come Britney
Probabilmente il pessimo comportamento della label in quel periodo fu uno dei fattori scatenanti delle crisi di Britney, ma l’importante è che tutto sia finito e soprattutto che Britney sia ancora qui… possiamo dire lo stesso della Jive?
Miley Cyrus – We can’t Stop
Dopo aver passato un lungo periodo d’assenza delle scene, per tornare al top esistono due metodi: o si punta su musica di una qualità eccezionale, su capolavori che superino da ogni punto di vista anche i tuoi brani precedenti (vedi Justin Timberlake), o si punta su un’immagine che faccia discutere e che si discosti profondamente da quella ostentata fino ad un attimo prima. Questa è stata la tecnica scelta da Miley Cyrus.
La popstar si è trasformata completamente rispetto alla “Can’t Be Tamed” Era, da tutti i punti di vista: dallo stile electro-pop è passata all’urban-pop; da una bellissima chioma lunga e castana è passata ad un discutibile taglio corto e biondo; da un’immagine sexy e provocante ma mai volgare è passata a… beh, lo sapete.
In ogni caso, ciò le ha permesso di dar luce anche a dei brani stupendi: in particolare i tre singoli estratti da “Bangerz” sono canzoni di ottima fattura, dei brani che anche il pubblico ha apprezzato molto.
Il primo estratto “We Can’t Stop”, in particolare, ha conquistato il pubblico grazie allo strano connubio tra un sound malinconico ed un testo fortemente festaiolo, ma purtroppo anche per questo pezzo c’è stato un piccolo inconveniente: il video.
Nella clip, Miley e un gruppo di amici si divertono in un party pazzo e sfrenato, il tutto per un disordinato susseguirsi di immagini disturbanti e di scene oggettivamente brutte a vedersi.
Non vi è una trama, non vi è una coreografia, nulla segue un senso logico, non vi è coerenza tra le scene e molte sequenze sono così orribili da disgustare anche fisicamente la persona, tant’è che alcuni non sono nemmeno riusciti a guardarlo tutto.
Come si fa ad inserire persone che si tagliano le mani, altre che mangiano denaro, primi piani di gomme masticate, capre giocattolo con occhiali da sole e luminarie usate a mo’ di pene in un video musicale? Ed il bello è che in molti lo considerano divertente…
Come se ciò non bastasse, il video è stato l’inizio di una nuova moda lanciata da Miley: il twerk. Si tratta di un tipo di ballo che si esegue scuotendo natiche e cosce, una danza a tutti gli effetti, piena di dignità… peccato che Miley sia decisamente negata nell’eseguirla, e questo peggiori di molto la situazione di un video già di per sé orrendo. Peccato perché la canzone è molto bella…
Nicki Minaj feat Lil Wayne, Drake e Chris Brown – Only
Durante la sua “Pinkprint” Era, Nicki Minaj ha dimostrato che associando il proprio talento ad un’immagine abbastanza incisiva una rapper femminile può essere perfettamente in grado di ottenere successo anche con materiale prettamente hip-hop. Ciò lo si è notato soprattutto con “Anaconda”, club banger lanciata soprattutto grazie ad un’immagine sensuale, ma anche per la successiva “Only” le cose non sono andate molto diversamente.
Brano urban molto più “ghetto” rispetto ad “Anaconda”, questa canzone ha ottenuto un successo molto forte negli USA racimolando 2 dischi di platino, praticamente il massimo a cui una canzone di questo genere poteva aspirare.
In ogni caso, anche per la promozione di questo brano Nicki ha scelto di puntare su un video molto sessualizzato, ma con esiti molto meno esaltanti rispetto a quelli della clip precedente (che comunque non ha convinto proprio tutti).
Il semplice sesso ormai è diventato un elemento troppo mainstream per i video, si sa, allora qual è il mondo migliore di far parlare di sé se non trattare una pratica sessuale molto particolare invece di quelle più “sobrie”?
Ragionando in questo modo, Nicki ha messo in scena una rappresentazione del sado-maso più cruento, ma invece di creare una clip sexy l’artista ha prodotto un’opera a dir poco raccapricciante e riprovevole.
Andrebbe anche bene mostrare i classici ruoli di donna dominatrice e uomo sottomesso, questo è ok, ma in tale clip arriviamo a livelli inconcepibili, a scene che a mio avviso nessun essere sano di mente può definire sensuale. Da quando in qua vedere poveri cristi sofferenti, con ferite sanguinanti e circondati da perfide aguzzine è sexy? una simile perversione sarebbe da vietare nel privato, figuriamoci se va bene renderla pubblica in un videoclip musicale!
La cosa peggiore è che le views di questo video sono davvero molte: ben 127 milioni, un numero altissimo per una hit nazionale! Ciò vuol dire che alla gente vedere un qualcosa di così disturbante piace, e a livello sociale questo non è proprio un buon segno…
Kesha – Die Young
Sebbene la “Warrior” Era di Kesha sia stata un buco nell’acqua da moltissimi punti di vista, almeno una parte della promozione del suo secondo studio album è stata oggettivamente un grande successo.
Sto ovviamente parlando di “Die Young”, una up tempo dance-pop che riuscì a portare il nome della cantante ai vertici delle classifiche di mezzo mondo, riuscendo tra l’altro a farle ottenere svariate certificazione ed a diventare uno dei più grandi successi della sua carriera.
Purtroppo, nonostante il brano andasse molto bene anche prima della relativa video premiere, la RCA decise di promuoverlo con un videoclip basato su uno dei cliché più in voga in quegli anni: gli illuminati e tutti i simboli esoterici a loro abbinati.
Tra piramidi, occhi di horus, pentagoni e veri e propri elementi della simbologia satanica, il video ostenta questi elementi così che essi non siano più messaggi subliminali.
Tutto ciò, unito ad immagini eccessivamente sessualizzate e sacrileghe (orge in chiese, immagini di lupi che consumano l’atto) non fanno altro che amplificare il messaggio negativo del video, ma ciò che ci fa definire tale clip ripugnante e disturbante non è certo questo: nel visual Kesha interpreta il ruolo del capo di una setta che somiglia fin troppo alle sette sataniche, e non soltanto per la simbologia utilizzata.
Il manto rosso con cui l’artista viene coperta all’inizio e vari elementi inseriti nella clip ci fanno pensare che quello che viene rappresentato sia un vero e proprio culto della morte, un’invocazione al male che assolutamente non ha nulla a che vedere col vero significato della canzone, la quale è invece un inno alla vita ed un invito a godere ogni singolo giorno come se fosse l’ultimo.
L’atmosfera generale della clip è dunque fatta apposta per snaturare il brano e costruirci un caso mediatico intorno, un fine a mio avviso orribile e disonesto che va assolutamente contro ogni scopo artistico e contro la definizione originaria di video musicale.
Si tratta anche in questo caso, come fu per Britney, di manovre della casa discografica, dunque la colpa non può essere data a Kesha, ma fa davvero male pensare come un brano del genere sia stato trasformato nel suo opposto per puri fini commerciali.
Loreen – Euphoria
Negli ultimi anni l’eurovision Song Contest sembra diventato in grado di lanciare soltanto fenomeni mediatici, nessuno uscendo da lì riesce poi a fare davvero successo in tutta Europa a livello musicale, tuttavia una sola tra le edizioni recenti è riuscita a partorire un vincitore di successo. Sto ovviamente parlando di quella del 2012, in cui a vincere fu Loreen con la meravigliosa “Euphoria”.
Canzone eurodance potentissima e ballabile come poche, il pezzo fu alla no.1 in 29 classifiche diverse e fu certificato ovunque (pensate che in Norvegia ebbe ben 11 dischi di platino!).
Si trattava di uno di quei pezzi il cui potenziale poteva essere accresciuto di molto agendo sul piano visivo, cosa che del resto Loreen fece nelle performance live, ma purtroppo nel video non c’è assolutamente traccia di ciò.
Il concept di base, in realtà, non è neanche malaccio: Loreen interpreta il ruolo di un essere in grado di controllare le forze della natura, di assoggettare a sé ogni fenomeno fisico, ma il potenziale di questa idea è sfruttato malissimo.
L’energia che questa clip avrebbe potuto sprigionare non viene messa in atto, l’atmosfera sa di statico e di stantio, nelle parti più incalzanti della canzone il video continua a proporre la solita solfa, la quale si fa ripetitiva e noiosa già dopo un minuto.
Tutto ciò calpesta e mortifica le potenzialità di una delle canzoni più potenti che siano mai state proposte in tale manifestazione, e davvero non mi capacito del perché di questa scelta.
Eppure qui sarebbe bastato poco per girare un bel video: sarebbe bastato mettere Loreen in una stanza e farle eseguire la coreografia psichedelica proposta all’Eurovision, e invece i produttori del video hanno voluto generare un qualcosa di insulso ed insapore, guastando quella che poteva essere la ciliegina sulla torta più saporita del mondo.
Loreen ha dimostrato ampiamente di essere una performer di talento, di avere tutte le capacità per intrattenere il pubblico anche con pochi mezzi, mettendo in scena solo ed esclusivamente la sua energia, e allora perché creare un video in cui l’atmosfera generale fa pensare ad uno stato di inerzia ed immobilità?
Qui non possiamo neanche parlare di mezzucci per far parlare di sé, dunque davvero non riesco a comprendere per quale motivo questo video abbia tali caratteristiche.
Skrillex and Diplo feat Justin Bieber – Where Are U Now
Nonostante la dance non sia più da tempo il genere di punta del mercato musicale, unendo i nomi giusti c’è ancora la possibilità di dar vita a grossi successi anche partendo da questo genere.
Lo sanno bene Skrillex e Diplo, produttori i quali hanno deciso di unire le loro forze ed i loro talenti in un joint album intitolato “Skrillex and Diplo Present Jack Ü”.
Per il secondo singolo, i due hanno puntato ancora più in alto chiamando in causa una vera celebrità della nostra generazione musicale: Justin Bieber. Da ciò è venuta fuori “Where Are U Now”, una up tempo EDM di buona fattura che come prevedibile è riuscita a diventare un vero e proprio tormentone estivo a livello mondiale, ottenendo certificazioni praticamente ovunque.
Anche in questo caso, per il video si era pensato ad un concept davvero carino: quello di far disegnare a delle persone comuni ciò che volevano e di montare in sequenza velocizzata tali disegni mentre Bieber si esibiva.
Purtroppo, o per una disattenzione di chi doveva valutare quali opere inserire nel progetto o forse per ben studiate manovre dei manager dei tre artisti, nella clip sono finiti anche disegni che proprio non avrebbero dovuto esserci.
Numerosissime sono le rappresentazioni di organi sessuali maschili che scorrono velocissime sotto gli occhi ignari degli spettatori, i quali apparentemente non si accorgono di nulla. Ciò che molti però non sanno (sicuramente i produttori del video non sono fra quelli) è che il cervello umano registra e conserva tutto il materiale che riesce in qualche modo a percepire, dunque poco importa se ce ne accorgiamo o no: certe immagini entrano nella nostra testa e influenzano in maniera impercettibile le nostre scelte ed i nostri comportanti.
Chi va a guardare un video musicale sicuramente non lo fa per vedere delle rappresentazioni stilizzate di peni. Ora, chiunque è libero di guardarne quante ne vuole se lo desidera, ma perché qualcuno non interessato a immagini pornografiche deve essere abbindolato e costretto in questo modo? Mi riferisco soprattutto ai bambini, i quali potrebbero subire conseguenze davvero gravi dall’accumularsi di simili messaggi subliminali nel cervello. E’ per questo che considero questo video un vero schifo, indipendentemente da ogni fattore tecnico.
Ariana Grande – Problem
Nonostante avesse già conquistato il successo un po’ di tempo prima con la hit “The Way”, è soltanto con la sua ultima Era discografica che Ariana Grande si è imposta in tutto il mondo come una delle più grandi popstar di oggi.
In particolare, il grandissimo successo dell’album “My Everything” è partito dal primo singolo “Problem”, un up tempo potentissima che ha messo a ferro e fuoco le charts di tutto il mondo.
Ora, già prima Ariana aveva rilasciato molto di rado dei video che potessero essere definiti belli, tuttavia la presenza di Iggy Azalea come featured artist aveva fatto ben sperare: la rapper australiana avrà tanti difetti, ma i suoi video sono sempre curati nel minimo dettaglio e molto ben prodotti, e poi la distanza tra release del pezzo e video premiere aveva lasciato immaginare che sarebbe stato speso un grosso budget per la clip. Macché.
Come già fatto per “The Way”, Ariana ha praticamente riproposto anche per il video la solita solfa messa su per tutte le performance, che tra l’altro già allora aveva iniziato ad annoiarci terribilmente.
Dunque, tra Ariana che continua a mordicchiarsi il dito manco fosse un pavesino, la coreografia che messa in un video appare ancora più pietosa del solit, ed Iggy che vestita tutta di nero sembra la versione bionda di Mortisia, davvero non so cosa sia peggio.
Certo, qualcosa che si salva nel video c’è: alcuni ballerini sono davvero bravi, ed i contorsionisti sono spettacolari, ma se si lavora con un’artista che non sa per nulla ballare (anche se rispetto ai tempi in cui girò questo video è migliorata notevolmente) qual è il motivo di creare un video del genere? Quello di mettere ancora in luce i suoi limiti? Ce ne era proprio bisogno, visto che parliamo comunque di una voce spettacolare, e dunque di un’artista che non ha motivo di puntare sul fattore scenico?
Maroon 5 – Animals
Se verso il 2010 hanno avuto un periodo di stallo, da “Moves Like Jagger” in avanti i Maroon 5 non ne hanno sbagliata più una. Praticamente tutti (o quasi) i loro singoli sono diventati grandi hit e anche gli album hanno ottenuto un successo molto ampio, sebbene a livello qualitativo non fossero nulla in confronto ai primi 3.
Tra i brani con cui i ragazzi hanno ottenuto più successo in questi ultimi anni di sicuro non possiamo dimenticarci di “Animals”, up tempo dance-pop diversa dalle loro hit precedenti ma che è riuscita ad ottenere un forte successo planetario.
Si tratta sicuramente di una canzone molto bella, forse il miglior singolo che i Maroon abbiano rilasciato negli ultimi 5 anni, tuttavia anche qui c’è un però: il video.
La clip mette in scena la storia di una stalker che perseguita una ragazza, argomento sicuramente delicato visti i recenti fatti di cronaca, ma che come tutte le questioni può essere tranquillamente rappresentata, a patto di avere il giusto tatto e di scegliere dei mezzi che possano far comunque capire allo spettatore che si tratta di un comportamento sbagliato. Peccato che questo video non faccia nulla di tutto ciò.
In quanto protagonista, l’Adam-stalker ha tutte le attenzioni puntate su di sé, è visto come l’eroe della situazione, ed il pubblico è dunque invogliato a schierarsi dalla sua parte, a sperare che la malcapitata diventi vittima delle sue ossessioni e delle sue violenze.
Come se ciò non bastasse, nel video abbiamo vere e proprie piogge di sangue, e questo crea delle scene raccapriccianti e disturbanti da horror di serie z (e a dirvelo è un appassionato di cinema e letteratura horror, non da uno che discrimina questo genere).
Anche la scelta di dare ad Adam come lavoro principale quello di macellaio e mostrarlo mentre si appende ad un’asta di ferro insieme ad i corpi di animali scuoiati e gioca a fare la boxe con essi è a dir poco orripilante ed evidenzia un gusto per l’orrido davvero senza senso, un sintomo del crescente degrado della società.
Se si vuole giocare con elementi horror nei video, nessuno lo vieta: artisti come Birdy, Sophie Ellis-Bextor e Jason Derulo hanno creato capolavori in questo modo, ma il video di “Animal” riesce ad essere peggio di certi film splatter, sottogenere che del resto ha rovinato il mondo dell’horror.