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Per il terzo album, Nicki Minaj ha sentito il bisogno di puntare su qualcosa di nuovo rispetto al precedente album.
La realtà è che il panorama musicale ha bisogno di evolversi continuamente e dopo l’album di debutto hip-hop “Pink Friday”e quello più pop-dance “Pink Friday: Roman Reloaded”, la pressione per qualcosa di fresco era sentita. E’ una pressione naturale, che interessa tutti gli artisti e che Nicki ha saputo ben reggere in questo lavoro che andiamo ad ascoltare.
Partiamo dal presupposto che quando Nicki decise quale nome dare all’album volle ispirarsi a “The Blueprint” di Jay Z, un classico assoluto dell’Hip-Hop. Un richiamo ad esso lo troviamo agli inizi della prima canzone “All Things Go” (“Life is a movie, but there’ll never be a sequel” ricorda molto le parole di Jay Z in “Hola Hovito”). E’ una scelta pesante, ma l’intenzione è quella di dare un’”impronta rosa” a quelli che sono considerati gli attuali album classici dell’hip-hop. Non siamo sicuri che l’album possa definirsi un classico già da adesso, però il materiale di partenza è buono.
Entrando adesso un altro po’ nei dettagli, è interessante notare come l’album si può idealmente dividere in parti, che vedremo meglio più avanti. E’ un aspetto importante perché quello che ci propone la rapper non è un taglio netto col passato. Non lo è dal punto di vista musicale così come non lo è dal punto di vista di ciò che vuole esprimere.
L’album è molto personale e la lezione che riceviamo alla fine dell’ascolto è che il passato ci segnerà sempre e comunque, ma la cosa bella di questa vita è la reazione che dobbiamo mostrare ad ogni evento: con le nostre esperienze, positive o negative, maturiamo e diventiamo persone migliori che sapranno affrontare meglio le sfide future ed evitare errori che prima ci avevano fatto soffrire.
Nicki ci racconta quello che ha passato sulla sua pelle durante la passata relazione con il produttore SB. In questa lunga analisi, che non sentiremo in tutte le 16 tracce comunque, possiamo ascoltare le ferite emotive, espresse da voce e musica che vanno sullo stesso piano. È un altro aspetto non di poco conto perché per sottolineare determinati sentimenti non serve una parte rappata, ma un cantato più lento, che ci faccia metabolizzare il messaggio.
Parlato del quadro generale, è l’ora di entrare nello specifico delle singole tracce. Non voglio appesantire troppo il discorso, quindi mi perdonerete se ho sorvolato sui singoli già rilasciati, dato che tutti li abbiamo già ascoltati in lungo e in largo.
La recensione track by track di The Pinkprint
01 All Things Go
Nicki inizia il suo album con una traccia molto impegnativa e molto personale. Le sue prime parole sono “Devo reinventare me stessa, metto una S alla parola sfogo” e inizia a parlare della sua passata relazione con Safaree Samuels, che ricorda ancora molto bene. Un secondo evento che vuole condividere è quello del cugino, morto senza una precisa ragione. I suoi parenti hanno trattato Nicki con distacco dopo che lei è diventata famosa e la rapper rimpiange i momenti che passava insieme a loro e si dà una parte di colpa perché sembra che suo cugino volesse andarla a trovare la notte in cui fu ucciso. Infine, un pensiero va a sua madre e i suoi due fratelli. Parlando del più piccolo, Nicki ripensa al bambino che stava avendo 16 anni fa. Come già detto prima, il suo sforzo di reinventarsi non passa solo dal testo, ma anche dalle sonorità. Questa traccia di apertura ci fa capire immediatamente che il precedente album è parte del passato e, infatti, il sound della prima traccia è totalmente diverso da come si è chiuso il precedente album con “Stupid Hoe”. Il brano si chiude con il benvenuti “This is The Pinkprint”e questa nuova Era è appena iniziata!
2. I Lied
Continua la sua impronta personale e in questa confessione ammette di non aver dato tutta sé stessa al suo ex. Parla della fragilità che non ha voluto mostrare verso il suo ragazzo perché “tu sei un rubacuori, ma non ti lascerò infrangere il mio”, dice Nicki nel primo verso. Quanto alla canzone, ci troviamo di fronte ad una produzione insolita se consideriamo che porta la firma dell’esordiente Marc Bell e di Mike WiLL Made It. Ma il lavoro è sicuramente prezioso perché nulla poteva esprimere meglio questa traccia autobiografica di una base che esaltasse il conflitto tra il bisogno di amore e auto-protezione che provava la cantante, tra la sua anima hip-hop e quella più recente pop, ma non dance.
3. The Crying Game
“Benvenuti nel gioco delle lacrime, dove perdi la tua anima, dove non c’è alcun pass e devi pagare il pedaggio”: si chiude con questo brano la prima parte dell’album in cui Nicki apre il suo cuore e mostre quella fragilità che avrebbe voluto nascondere. Aprirsi le serve perché così può liberarsi definitivamente di quella passata relazione ed andare avanti più forte di prima. Anche in questo brano si alternano pop e hip-hop, ma stavolta la parte pop del bridge, del pre-chorus e del chorus vengono affidate a Jessie Ware, purtroppo non accreditata come featured artist.
4. Get On Your Knees
Con questo brano entriamo nel nuovo “pacchetto” di canzoni che possiamo definire il “terzetto delle collaborazioni”. Iniziamo con questa, dove il nome di Ariana Grande non è l’unico importante. Tra i songwriter di questo brano, infatti, viene indicata anche Katy Perry. La canzone non si fa notare tanto per il testo provocatorio, quanto per l’ottima parte cantata da Ariana Grande e per la produzione di Dr. Luke e Cirkut che, come vedremo anche più in là, hanno creato qualcosa di davvero speciale per questo album.
5. Feeling Myself
Chiamiamola pure la versione femminile della coppia “The Throne”, formata da Jay Z e Kanye West. E’ proprio su un trono che le due cantanti si sentono, esaltando la loro posizione di preminenza nei rispettivi campi. Addirittura, nel secondo verso, Nicki rappa: “Sono una legenda del rap, chiedetelo proprio ai re del rap chi è la Regina e le cose della sua natura”. (Queen) Bey e Nicki hanno voluto rinnovare la collaborazione di successo che abbiamo sentito nel remix di “Flawless” e Hit-Boy non ha mancato di darci quello che ci aspettavamo. Impossibile comparare i due brani, ma è anche impossibile non amarli entrambi!
6. Only
Il brano, che preso come singolo potrebbe piacere come non piacere, ha un’importante collocazione nell’album: è l’ultimo delle “terzetto delle collaborazioni” ed il primo che ci introduce in un clima più hip-hop. Nicki risponde alle accuse di non meritarsi il posto che si è ritagliata nell’hip-hop, ottenuto andando a letto con Drake e Lil Wayne. Ed anche i due rapper confermano la storia.
7. Want Some More
Come da lunga tradizione del genere, in questa traccia pretende anche lei un posto in alto nel panorama del rap, vantandosi di aver avuto un debutto al fianco di Eminem e un commento di Kanye West che la indicava come un “problema” nella traccia “Monster” che registrartono insieme (lo stesso Kanye ammise in un’intervista che era quasi certo che il verso della Minaj sarebbe stato il migliore in quella collaborazione). Jeremih, non accreditato in questa traccia, provvede al ritornello pop-friendly, con questa sample di “Dilemma” di Nelly che non guasta troppo il risultato finale.
8. Four Door Aventador
Traccia particolare non in sé, quanto nel tentativo, abbastanza riuscito, di seguire il flow di Notorious B.I.G. Per il resto, meglio passare alla prossima.
9. Favorite
Seconda collaborazione dell’album tra Jeremih e Nicki. La canzone è incentrata sull’uomo ideale, quello a cui la cantante potrà darsi in tutto e per tutto e che “quando te ne vai mi fai dire ‘dannazione, sento così tanto la tua mancanza!’”. Per quel che riguarda la base, prodotta dal trio DJ Camper, Rob Holladay & Yung Berg iniziamo ad avvicinarci alla zona banger, che culminerà in “Anaconda”.
10. Buy a Heart
Meek Mill inizia la canzone e, in effetti, questo brano doveva far parte del suo prossimo album, ma lui lo diede a K. Michelle, che lo passò a Nicki Minaj. Non è un caso che Meek Mill sia perfetto nel suo verso. Nicki, d’altronde, mostra versatilità e si adatta benissimo, dandoci una traccia che brilla nell’album.
11. Trini Dem Girls
Altra uptempo con una particolarità: la base unisce sonorità tipiche della sua terra natale, cioè le isole Trinidad e Tobago. Il brano, che carica nel pre-chorus ed esplode nel ritornello, è godibilissimo e un video (non troppo volgare) con una danza tipica coronerebbe alla perfezione la traccia.
12 Anaconda
E’ forse il testo più assurdo di questo album, ma il ritmo è ipnotico ed ha conquistato anche gli “esperti” dell’Accademia dei Grammy. Nel genere, possiamo trovare una continuità con la traccia precedente e con quella che seguirà. Per chi ha amato il precedente “Pink Friday: Roman Reloaded”, questa è la canzone che più potrà soddisfare quei gusti in questo album.
13 The Night Is Still Young
Riassumiamo la canzone con il pre-chorus: “Non mi preoccupo mai, la vita è un viaggio e io voglio godermi il giro. Cos’è tutta questa fretta?”Dopo “Anaconda” abbiamo ancora una canzone ballabile e godibile, prodotta da Cirkut, Dr. Luke e Rock City. Ritmo e testo coerenti, ma stiamo iniziando a rallentare in vista del prossimo brano.
14 Pills N Potion
Avvicinandoci alla conclusione dell’album, Nicki torna ad esplorare se stessa e la sua relazione passata. In queste ultime tre tracce, l’amore viene raccontato come un sentimento davvero forte, che prova a sorvolare anche sulle meschinità della controparte. “I still love” canta Nicki nel ritornello, nonostante gli atteggiamenti del suo ragazzo non vadano giù alla cantante e nonostante sappia che lui non cambierà mai. E’ una delle tracce più belle e potenti dell’album ed è ottima la scelta di metterla alla fine dell’album come “gran chiusura”.
15 Bed Of Lies
Il letto che Nicki ha condiviso con il suo ex ragazzo non era solo fisico, ma anche pieno di bugie. Non è mai troppo tardi per accorgersene, ma la cosa peggiore è rimanere nel dubbio. La canzone serve proprio per avere le risposte definitive per capire gli errori ed andare finalmente avanti, senza ricadere in quegli stessi errori.
16 Grand Piano
La versione standard dell’album si chiude alla grande con quest’altro brano molto personale e di forte impatto. E’ la storia di un uomo che gioca con il cuore di Nicki, “suonandolo come un pianoforte”. Nicki sa di questa manipolazione, ma il suo amore per questa persona non le permette di lasciarlo, nonostante la gente sappia di tutto questo. E’ bellissimo che questa traccia venga guidata da un pianoforte per la maggior parte del tempo e che finisca con un violino, lo stesso usato in “Rush Rush” di Paula Abdul, altra canzone di un “amore” dove la prepotenza maschile prevale.
Finita la versione standard, passo in una veloce rassegna anche le tracce della versione deluxe e quelle in esclusiva per iTunes, Target e mercato giapponese.
17 Big Daddy
Potremmo obiettare che le collaborazioni tra Meek Mill e Nicki Minaj sono tutti scarti degli album del rapper di Phily, ma il brano non è poi tanto male. La cosa meno comprensibile è perché metterla nella versione deluxe dell’album anziché in un mixtape.
18 Shanghai
Chiamiamola pure “Chiraq 2”. I contenuti lo stile sono simili, cambia solo il titolo, che però richiama sempre una città!
19 Win Again
Un album hip-hop ha bisogno di un po di auto-celebrazione e, visto che finora non avevamo letta molto, ecco la traccia “classica”. Nicki è in un beast mode” e ci piace molto!
20 Mona Lisa
Altro brano sulla rottura con il suo ex fidanzato SB, ma con una sonorità diversa da quelle che abbiamo sentito finora.
21 Put You in a Room
Anche questa canzone approfondisce il tema della rottura, concentrandosi su tutte le scenate di gelosia ed i bisticci che si sono consumati, fino alla rottura della relazione. Insieme alla precedente, questi due tracce costituiscono la versione speciale per il mercato inglese e per l’acquisto da Target.
22 Truffle Butter
Un club banger con Drake e Lil Wayne prodotta da Nineteen85, già produttore di “0 to 100 / The Catch Up” di Drake, e che sampla “What They Say” di Mary Jane Cole.
23 Wamables
Anche questo brano usa sonorità da club, un regalo per il mercato giapponese.
Voto finale: 8,5