Dopo lo straordinario successo di Speak Now, Taylor Swift ritorna dopo 2 anni con un album nuovo di zecca, semplicemente chiamato RED. Rosso come l’amore come la passione, come il fuoco..Red è un concept album basato su quell’amore ”traditore” ”triste, bellissimo e tragico” come spiega la cantante nel prologo nel booklet.
Stavolta la cantautrice ha voluto fare le cose diversamente, dopo aver scritto Speak Now interamente da sola, ha deciso di voler collaborare con autori (e anche produtori) che ha sempre ammirato per poter imparare da loro. Lei stessa ha dichiarato che scrivere da sola è come stare ancorata al suo stile. E lei vuole crescere invece, ed è per questo che ha voluto rischiare. Il risultato è un gran mix di generi perfettamente amalgamati tra loro, si spazia dal country, al country-pop, al pop. pop-rock, all’indie e persino dubstep.
Nell’album ci sono 19 tracce, 11 scritte da lei stessa e 8 coscritte (tra cui anche due duetti con i co-autori)
L’album parte già alla grande con
“State Of Grace”
una traccia d’amore dominata da una fantastica batteria e dei meravigliosi riff di chitarra, il Rolling Stone americano l’ha definita come la sua più saggia produzione paragonandola allo stile degli U2.
Un po’ di somiglianza l’ho notata, Taylor si destreggia bene anche su tracce più rock. Il testo è la parte più bella, mi ha colpito dalla prima lettura, specialmente i riferimenti classici (Età dell’Oro e al tallone d’Achille) chi altri difinerebbe il proprio innamorato come il suo tallone d’Achille?
Tutto quello che concerne questa canzone, la rende un inno all’amore, perchè l’amore è uno stato di grazia che vale la pena combattere.. Nella deluxe edition è presente la versione acustica, la voce di Taylor qui è più angelica e soffice di quella normale. Io le apprezzo entrambe, ma forse preferisco la versione normale per la grinta e l’energia che mi trasmette.
“Red”
E’ la title track dell’album e una delle mie preferite del disco. In questa traccia Taylor usa tantissime metafore, paragonando l’amore per lui come guidare una nuova Maserati in una strada chiusa e stretta, oppure litigare con lui come cercare di risolvere un cruciverba, memorizzare lui era facile come conoscere il testo della canzone preferita and so on. Particolare il mix tra il country, il pop-rock e anche quel tocco di elettronico che tutti i fan odiano, ma che io adoro.
Questa potrebbe diventare la “You Belong With Me” del disco, ci spero, deve diventare singolo. Le precedenti title track non hanno avuto il trattamento che meritavano, per “Fearless” è stato girato un video che ripercorreva tutta la “Fearless” Era, e “Speak Now” è rimasto solo un singolo promozionale.
“Treacherus”
Si arriva alla prima ballad scritta in collaborazione con Dan Wilson che ha lavorato con Adele in 21 e prodotta da quest’ultimo. E’ forse la canzone più matura di Taylor rilasciata finora, principi e principesse sono scomparsi e l’interprete canta per la prima volta di esperienze sessuali, ovviamente sempre con discrezione e classe “‘I’ll do anything you say, if you say it with your hands”.
E’ una canzone molto delicata, dolce dal ritmo acustico che scoppia poi sul ritornello principale. Taylor è cresciuta anche vocalmente, la sua voce soave e delicata si sposa bene con il testo. Questo brano è tra i miei prediletti, mi aveva colpito subito il ritmo del ritornello. Dan Wilson ha fatto uno splendido lavoro nel produrre la canzone!
“I Knew You Were Trouble”
Eccola qui la canzone dubstep, chi si sarebbe aspettato che Taylor Swift avrebbe fatto una canzone di questo tipo? Il risultato non è affatto scontato e banale. Anzi, tutt’altro. Questa è la prima delle 3 canzoni co-scritte e prodotte dall’hitmaker Max Martin, che la Swift reputa uno dei suoi eroi musicali (essendo anche fan di Britney Spers).
In questa canzone Taylor non se la prende con l’ex ragazzo, ma se la prende con se stessa perchè non l’ha lasciato prima che lui la facesse soffrire. Una canzone che parte allegra con la chitarra elettrica per poi diventare cupa nel ritornello e scoppiare con il dubstep . Max ha fatto un grande lavoro nel produrla, ha saputo dove piazzare il dubstep nei punti giusti per non farla diventare la solita canzone dance.
Il testo è in pieno stile Swift, pieno di metafore, classiche nel suo stile come “a new notch in your belt is all i’ll ever be”. I vocals preziosi, adoro le sue interpretazioni: canta con pura passione.
“All Too Well”
Quella che io definisco la ballatona dell’album che dura 5.30 min. È la classica canzone targata Taylor Swift con il testo lungo e dettagliato, quasi una poesia. Racconta tutti i ricordi di questa relazione, in particolare quella con l’attore Jake Gyllenhaal, e trasmette quelle sensazioni agrodolci.
Non smetto mai di emozionarmi quando la ascolto: quelle emozioni, quelle parole, la sua interpretazione ti toccano nel profondo dell’anima. La prima volta che l’ascoltai, non riuscì a trattenere le lacrime e colsi il suo dolore nella parte ”and you call me up again just to break me like a promise” quasi urlata.
E’ l’unico pezzo in cui alza la voce, ha voluto enfatizzare questa poesia. In origine il brano sarebbe dovuto durare 10 min. Il suoi brani si distinguono per una purezza ed un grande carico emotivo, ed anche “All Too Well” non fa eccezione.
“22”
“I Almost Do”
Un’altra classica ballata triste country in cui Taylor canta la sua voglia di riprendere qualcuno e vuole dargli un’altra possibilità, ma sa che non può e alla fine invece di chiamarlo ha scritto questa canzone. Non impatta come la precedente “All Too Well”, ma è comunque un brano profondo scritto con il cuore. Il sound è la parte che preferisco, le sue melodie lente sono sempre le migliori, create per cullarti.
“We Are Never Ever Getting Back Together”
L’ultima produzione di Martin, è stata estratta come apripista dell’album, ed in men che non si dica è arrivata alla numero 1 negli USA, ottenendo un ottimo riscontro anche all’estrero. Sempre dedicata all’attore Jake Gyllenhaal. Alcuni la definiscono il suo miglior singolo o peggio ancora la sua migliore canzone, e devo dire che non mi trovo d’accordo. Il brano è carino, orecchiabile, ma Taylor ha sfornato brani decisamente più attraenti. Una canzone che rappresenta veramente poco Taylor Swift.
“Stay Stay Stay”
Ecco arrivare una canzone allegra e country, questa richiama molto lo stile del primo album ed a tratti ricorda “Hey Soul Sister” dei Train, avrà preso l’ispirazione visto che ama quella canzone.
Parla di un amore che va oltre i litigi ed i problemi. Mi piace tanto il testo, specialmente le strofe ed il bridge. Il ritornello poteva essere un po’ più articolato. È tra i brani più adorabili che abbia mai scritto, mette il sorriso, e trasmette un grande ottimismo che traspare anche dal canto felice di Taylor. Spero che diventi un singolo, potrebbe essere la “Mean” del disco
“The Last Time”
Eccoci arrivati al primo dei due duetti contenuti in RED. Si tratta di una collabo con il frontman degli Snow Patrol, band preferita di Taylor: è una canzone molto malinconica, una traccia dedicata all’oblio di un amore, ”questa è l’ultima volta che ti lascio entrare a casa mia, questa è l’ultima volta che te lo chiedo”.
E’ un evoluzione rispetto al suo solito stile, si sente forte l’influenza Snow Patrol, l’orchestra che si sente è magica come l’interpretazione di Taylor. Gary Lightbody ha una voce forte e quasi sovrasta quella di Taylor, ma le due voci si armonizzano davvero bene. Non ricordo di aver sentito Taylor con questo colore vocale da “Safe & Sound”.
Una vera perla.
“Holy Ground”
Quando lessi il nome del produttore di questa traccia quasi un mese fa; Jeff Bhasker, mi ero immaginata una traccia stile Lana Del Rey o un po’ più urban dato che ha lavorato con artisti hip-hop, invece mi son dovuta ricredere.
La canzone cresce con gli ascolti, ma da un titolo come “Holy Ground” non mi aspettavo una canzone dal mood allegro. Taylor ripensa a una vecchia relazione finita male e finalmente riesce ad apprezzarla dopo anni. Mi è piaciuta proprio la produzione di Jeff con tutta quella batteria che ricorda molto lo stile dei Fun.
“Sad Beautiful Tragic”
“The Lucky One”
Questa canzone non mi aveva preso subito, ma dopo aver capito la storia dietro, l’ho completamente rivalutata. Ho sempre aspettato una canzone che parlasse della fama e Taylor e date le sue doti da autrice, non poteva descrivere una storia più perfetta di questa.
Non si sa a chi sia dedicata, alcuni sostengono Joni Mitchell vero e proprio modello per la Swift che aveva lasciato l’industria musicale perchè credeva che l’avesse troppa cambiata. E’ una delle paure di Taylor e spera non succeda anche a lei, forse richiama un po’ nel concept “Lucky” di Britney Spears, ma sono due canzoni completamente diverse. La particolarità sta nella voce, in certi punti non sembra neanche lei, non avevo mai sentito questa sua tonalità di voce prima d’ora. Il ritornelo è un po’ ripetitivo, ma forse volutamente. Buon brano.
“Everything Has Changed”
Il secondo e ultimo duetto con il cantante inglese Ed Sheraan. Mi ha colpito sin dal primo ascolto, ha un ritmo che ti entra in testa, tuttavia rimane delicata. Insieme hanno scritto un testo pregiato e una melodia acustica, specialità di Ed. Mr. Sheraan canta solo un verso, per il resto è come se facesse da seconda voce, questa particolarità la rende diversa da un duetto classico.
“Starlight”
Una delle canzoni più pop-oriented del disco, che a me ricorda quelle dei 90’s. Questa traccia parla di Ethel e Bobby Kennedy, Taylor aveva visto una foto di loro due da adolescenti, non sapeva cosa stessero facendo, ma dal sorriso ha intuito che avessero avuto una serata stupenda e ha deciso di scrivere su questo dal punto di vista di Ethel. E’ conviolgente, allagra, ballabile, piena di ritmo. Anch’essa diversa dal suo solito stile, evitando una deriva Dance.
“Begin Again”
Il secondo singolo dell’album è una ballata country-pop, molto dolce e romantica. Il video uscito qualche settimana fa è stato ambientato a Parigi, la città dell’amore per antonomasia. In questo brano si parla di ricominciare nel credere nell’amore dopo una relazione finita male. A tratti ricorda “Back To December”, che però risultava essere più coinvolgente ed emozionante. Resta comunque una canzone ben riuscita che ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai fan inquieti, che temevano avesse lasciato il country per dedicarsi al Pop.
Bonus Tracks:
“The Moment I Knew”
Una ballatona triste, emozionante, struggente che non meritava di finire in bonus. Parla del suo ex che non si è presentato alla festa del suo compleanno e lei ci sperava fino all’ultimo, ma invece è stato il momento in cui ha saputo che la loro storia era finita. Il testo è meraviglioso scritto solamente da Taylor che mostra tutte le sue abilità compostive. L’apice arriva con il bridge in cui si sente tutto il suo dolore. Poetica.
“Come Back… Be Here”
Altra canzone scritta a quattro mani con Dan Wilson, che parla di un ragazzo che aveva conosciuto, e che scompare all’improvviso. Musicalmente ricorda un po’ lo stile Avril Lavigne. Taylor ha un talento nel sapere scegliere le parole come nessuno, e anche se certe volte co-scrive si nota sempre la sua mano. Questa non fa eccezione..anche questa è poesia e meritava di stare nel disco
“Girl At Home”
Non mi fa impazzire, ha un ritmo che non mi convince specie quello del ritornello, ma recupera con il significato del testo. Merita il suo spazio nelle bonus del disco, sono sicura che ce n’erano di canzoni più meritevoli, che avrebbero potuto essere selezionate per il final cut del disco.
Per concludere, la Swift ha fatto passi da gigante, ed è forse la cantante più constante di questi tempi, ha sempre fatto album coerenti, puliti e senza fillers.
Con “Red” ha dimostrato di non essere solo la ragazzina bionda della musica country moderna, ma un’artista versatile che si sa destreggia bene su qualunque genere, persino l’electro-pop.
I suoi detrattori la definiscono banale e noiosa, ma sin dal primo album ha scritto canzoni su temi impegnati che andavano oltre al romantico country: dalla bulimia di “Tied Together With a Smile” del primo album, ad una dedica per sua madre in “The Best Day in Fearless”, passando per “Mean” in Speak Now fino al tema della fama in “The Lucky One”.
4 esempi di canzoni su temi diversi dalla solita romanticheria amorosa, d’altronde la Swift aveva 12 anni quando scrisse una canzone riflessiva sull’11 settembre.
Ad ogni modo questa ragazza sembra riuscire a migliorarsi di album in album, sia per le sue capacità vocali, che da autrice. “Red” è speciale, ed è un lavoro di pura eccellenza nel suo genere, tuttavia non è paragonabile a nessuno dei tre album che l’hanno preceduto, ogni disco di questa cantautrice ha delle sue storie ben definite. Personalmente “Speak Now” rimane il mio preferito perchè ci sono molto legata, perchè l’ho vissuto appieno, ed ho avuto la fortuna di vederla in concerto.
“Red” è una vera evoluzione, vi sono i soliti testi toccanti di Taylor, canzoni profonde che si mescolano con altre più pop e leggere, ed è senza dubbio più sperimentale per questo mix di generi che provano la sua versatilità.
Anche le classifiche sembrano seguire la mia tesi, infatti “Red” ha venduto ben 1.2 milioni di copie in 7 giorni, solo negli Stati Uniti.
Pubblicato da Swiftie92 – Revisione R&B Junkie
Dopo lo straordinario successo di Speak Now, Taylor Swift ritorna dopo 2 anni con un album nuovo di zecca, semplicemente chiamato RED. Rosso come l’amore come la passione, come il fuoco..Red è un concept album basato su quell’amore ”traditore” ”triste, bellissimo e tragico” come spiega la cantante nel prologo nel booklet.
Stavolta la cantautrice ha voluto fare le cose diversamente, dopo aver scritto Speak Now interamente da sola, ha deciso di voler collaborare con autori (e anche produtori) che ha sempre ammirato per poter imparare da loro. Lei stessa ha dichiarato che scrivere da sola è come stare ancorata al suo stile. E lei vuole crescere invece, ed è per questo che ha voluto rischiare. Il risultato è un gran mix di generi perfettamente amalgamati tra loro, si spazia dal country, al country-pop, al pop. pop-rock, all’indie e persino dubstep.
Nell’album ci sono 19 tracce, 11 scritte da lei stessa e 8 coscritte (tra cui anche due duetti con i co-autori)
L’album parte già alla grande con
“State Of Grace”
una traccia d’amore dominata da una fantastica batteria e dei meravigliosi riff di chitarra, il Rolling Stone americano l’ha definita come la sua più saggia produzione paragonandola allo stile degli U2.
Un po’ di somiglianza l’ho notata, Taylor si destreggia bene anche su tracce più rock. Il testo è la parte più bella, mi ha colpito dalla prima lettura, specialmente i riferimenti classici (Età dell’Oro e al tallone d’Achille) chi altri difinerebbe il proprio innamorato come il suo tallone d’Achille?
Tutto quello che concerne questa canzone, la rende un inno all’amore, perchè l’amore è uno stato di grazia che vale la pena combattere.. Nella deluxe edition è presente la versione acustica, la voce di Taylor qui è più angelica e soffice di quella normale. Io le apprezzo entrambe, ma forse preferisco la versione normale per la grinta e l’energia che mi trasmette.
“Red”
E’ la title track dell’album e una delle mie preferite del disco. In questa traccia Taylor usa tantissime metafore, paragonando l’amore per lui come guidare una nuova Maserati in una strada chiusa e stretta, oppure litigare con lui come cercare di risolvere un cruciverba, memorizzare lui era facile come conoscere il testo della canzone preferita and so on. Particolare il mix tra il country, il pop-rock e anche quel tocco di elettronico che tutti i fan odiano, ma che io adoro.
Questa potrebbe diventare la “You Belong With Me” del disco, ci spero, deve diventare singolo. Le precedenti title track non hanno avuto il trattamento che meritavano, per “Fearless” è stato girato un video che ripercorreva tutta la “Fearless” Era, e “Speak Now” è rimasto solo un singolo promozionale.
“Treacherus”
Si arriva alla prima ballad scritta in collaborazione con Dan Wilson che ha lavorato con Adele in 21 e prodotta da quest’ultimo. E’ forse la canzone più matura di Taylor rilasciata finora, principi e principesse sono scomparsi e l’interprete canta per la prima volta di esperienze sessuali, ovviamente sempre con discrezione e classe “‘I’ll do anything you say, if you say it with your hands”.
E’ una canzone molto delicata, dolce dal ritmo acustico che scoppia poi sul ritornello principale. Taylor è cresciuta anche vocalmente, la sua voce soave e delicata si sposa bene con il testo. Questo brano è tra i miei prediletti, mi aveva colpito subito il ritmo del ritornello. Dan Wilson ha fatto uno splendido lavoro nel produrre la canzone!
“I Knew You Were Trouble”
Eccola qui la canzone dubstep, chi si sarebbe aspettato che Taylor Swift avrebbe fatto una canzone di questo tipo? Il risultato non è affatto scontato e banale. Anzi, tutt’altro. Questa è la prima delle 3 canzoni co-scritte e prodotte dall’hitmaker Max Martin, che la Swift reputa uno dei suoi eroi musicali (essendo anche fan di Britney Spers).
In questa canzone Taylor non se la prende con l’ex ragazzo, ma se la prende con se stessa perchè non l’ha lasciato prima che lui la facesse soffrire. Una canzone che parte allegra con la chitarra elettrica per poi diventare cupa nel ritornello e scoppiare con il dubstep . Max ha fatto un grande lavoro nel produrla, ha saputo dove piazzare il dubstep nei punti giusti per non farla diventare la solita canzone dance.
Il testo è in pieno stile Swift, pieno di metafore, classiche nel suo stile come “a new notch in your belt is all i’ll ever be”. I vocals preziosi, adoro le sue interpretazioni: canta con pura passione.
“All Too Well”
Quella che io definisco la ballatona dell’album che dura 5.30 min. È la classica canzone targata Taylor Swift con il testo lungo e dettagliato, quasi una poesia. Racconta tutti i ricordi di questa relazione, in particolare quella con l’attore Jake Gyllenhaal, e trasmette quelle sensazioni agrodolci.
Non smetto mai di emozionarmi quando la ascolto: quelle emozioni, quelle parole, la sua interpretazione ti toccano nel profondo dell’anima. La prima volta che l’ascoltai, non riuscì a trattenere le lacrime e colsi il suo dolore nella parte ”and you call me up again just to break me like a promise” quasi urlata.
E’ l’unico pezzo in cui alza la voce, ha voluto enfatizzare questa poesia. In origine il brano sarebbe dovuto durare 10 min. Il suoi brani si distinguono per una purezza ed un grande carico emotivo, ed anche “All Too Well” non fa eccezione.
“22”
“I Almost Do”
Un’altra classica ballata triste country in cui Taylor canta la sua voglia di riprendere qualcuno e vuole dargli un’altra possibilità, ma sa che non può e alla fine invece di chiamarlo ha scritto questa canzone. Non impatta come la precedente “All Too Well”, ma è comunque un brano profondo scritto con il cuore. Il sound è la parte che preferisco, le sue melodie lente sono sempre le migliori, create per cullarti.
“We Are Never Ever Getting Back Together”
L’ultima produzione di Martin, è stata estratta come apripista dell’album, ed in men che non si dica è arrivata alla numero 1 negli USA, ottenendo un ottimo riscontro anche all’estrero. Sempre dedicata all’attore Jake Gyllenhaal. Alcuni la definiscono il suo miglior singolo o peggio ancora la sua migliore canzone, e devo dire che non mi trovo d’accordo. Il brano è carino, orecchiabile, ma Taylor ha sfornato brani decisamente più attraenti. Una canzone che rappresenta veramente poco Taylor Swift.
“Stay Stay Stay”
Ecco arrivare una canzone allegra e country, questa richiama molto lo stile del primo album ed a tratti ricorda “Hey Soul Sister” dei Train, avrà preso l’ispirazione visto che ama quella canzone.
Parla di un amore che va oltre i litigi ed i problemi. Mi piace tanto il testo, specialmente le strofe ed il bridge. Il ritornello poteva essere un po’ più articolato. È tra i brani più adorabili che abbia mai scritto, mette il sorriso, e trasmette un grande ottimismo che traspare anche dal canto felice di Taylor. Spero che diventi un singolo, potrebbe essere la “Mean” del disco
“The Last Time”
Eccoci arrivati al primo dei due duetti contenuti in RED. Si tratta di una collabo con il frontman degli Snow Patrol, band preferita di Taylor: è una canzone molto malinconica, una traccia dedicata all’oblio di un amore, ”questa è l’ultima volta che ti lascio entrare a casa mia, questa è l’ultima volta che te lo chiedo”.
E’ un evoluzione rispetto al suo solito stile, si sente forte l’influenza Snow Patrol, l’orchestra che si sente è magica come l’interpretazione di Taylor. Gary Lightbody ha una voce forte e quasi sovrasta quella di Taylor, ma le due voci si armonizzano davvero bene. Non ricordo di aver sentito Taylor con questo colore vocale da “Safe & Sound”.
Una vera perla.
“Holy Ground”
Quando lessi il nome del produttore di questa traccia quasi un mese fa; Jeff Bhasker, mi ero immaginata una traccia stile Lana Del Rey o un po’ più urban dato che ha lavorato con artisti hip-hop, invece mi son dovuta ricredere.
La canzone cresce con gli ascolti, ma da un titolo come “Holy Ground” non mi aspettavo una canzone dal mood allegro. Taylor ripensa a una vecchia relazione finita male e finalmente riesce ad apprezzarla dopo anni. Mi è piaciuta proprio la produzione di Jeff con tutta quella batteria che ricorda molto lo stile dei Fun.
“Sad Beautiful Tragic”
“The Lucky One”
Questa canzone non mi aveva preso subito, ma dopo aver capito la storia dietro, l’ho completamente rivalutata. Ho sempre aspettato una canzone che parlasse della fama e Taylor e date le sue doti da autrice, non poteva descrivere una storia più perfetta di questa.
Non si sa a chi sia dedicata, alcuni sostengono Joni Mitchell vero e proprio modello per la Swift che aveva lasciato l’industria musicale perchè credeva che l’avesse troppa cambiata. E’ una delle paure di Taylor e spera non succeda anche a lei, forse richiama un po’ nel concept “Lucky” di Britney Spears, ma sono due canzoni completamente diverse. La particolarità sta nella voce, in certi punti non sembra neanche lei, non avevo mai sentito questa sua tonalità di voce prima d’ora. Il ritornelo è un po’ ripetitivo, ma forse volutamente. Buon brano.
“Everything Has Changed”
Il secondo e ultimo duetto con il cantante inglese Ed Sheraan. Mi ha colpito sin dal primo ascolto, ha un ritmo che ti entra in testa, tuttavia rimane delicata. Insieme hanno scritto un testo pregiato e una melodia acustica, specialità di Ed. Mr. Sheraan canta solo un verso, per il resto è come se facesse da seconda voce, questa particolarità la rende diversa da un duetto classico.
“Starlight”
Una delle canzoni più pop-oriented del disco, che a me ricorda quelle dei 90’s. Questa traccia parla di Ethel e Bobby Kennedy, Taylor aveva visto una foto di loro due da adolescenti, non sapeva cosa stessero facendo, ma dal sorriso ha intuito che avessero avuto una serata stupenda e ha deciso di scrivere su questo dal punto di vista di Ethel. E’ conviolgente, allagra, ballabile, piena di ritmo. Anch’essa diversa dal suo solito stile, evitando una deriva Dance.
“Begin Again”
Il secondo singolo dell’album è una ballata country-pop, molto dolce e romantica. Il video uscito qualche settimana fa è stato ambientato a Parigi, la città dell’amore per antonomasia. In questo brano si parla di ricominciare nel credere nell’amore dopo una relazione finita male. A tratti ricorda “Back To December”, che però risultava essere più coinvolgente ed emozionante. Resta comunque una canzone ben riuscita che ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai fan inquieti, che temevano avesse lasciato il country per dedicarsi al Pop.
Bonus Tracks:
“The Moment I Knew”
Una ballatona triste, emozionante, struggente che non meritava di finire in bonus. Parla del suo ex che non si è presentato alla festa del suo compleanno e lei ci sperava fino all’ultimo, ma invece è stato il momento in cui ha saputo che la loro storia era finita. Il testo è meraviglioso scritto solamente da Taylor che mostra tutte le sue abilità compostive. L’apice arriva con il bridge in cui si sente tutto il suo dolore. Poetica.
“Come Back… Be Here”
Altra canzone scritta a quattro mani con Dan Wilson, che parla di un ragazzo che aveva conosciuto, e che scompare all’improvviso. Musicalmente ricorda un po’ lo stile Avril Lavigne. Taylor ha un talento nel sapere scegliere le parole come nessuno, e anche se certe volte co-scrive si nota sempre la sua mano. Questa non fa eccezione..anche questa è poesia e meritava di stare nel disco
“Girl At Home”
Non mi fa impazzire, ha un ritmo che non mi convince specie quello del ritornello, ma recupera con il significato del testo. Merita il suo spazio nelle bonus del disco, sono sicura che ce n’erano di canzoni più meritevoli, che avrebbero potuto essere selezionate per il final cut del disco.
Per concludere, la Swift ha fatto passi da gigante, ed è forse la cantante più constante di questi tempi, ha sempre fatto album coerenti, puliti e senza fillers.
Con “Red” ha dimostrato di non essere solo la ragazzina bionda della musica country moderna, ma un’artista versatile che si sa destreggia bene su qualunque genere, persino l’electro-pop.
I suoi detrattori la definiscono banale e noiosa, ma sin dal primo album ha scritto canzoni su temi impegnati che andavano oltre al romantico country: dalla bulimia di “Tied Together With a Smile” del primo album, ad una dedica per sua madre in “The Best Day in Fearless”, passando per “Mean” in Speak Now fino al tema della fama in “The Lucky One”.
4 esempi di canzoni su temi diversi dalla solita romanticheria amorosa, d’altronde la Swift aveva 12 anni quando scrisse una canzone riflessiva sull’11 settembre.
Ad ogni modo questa ragazza sembra riuscire a migliorarsi di album in album, sia per le sue capacità vocali, che da autrice. “Red” è speciale, ed è un lavoro di pura eccellenza nel suo genere, tuttavia non è paragonabile a nessuno dei tre album che l’hanno preceduto, ogni disco di questa cantautrice ha delle sue storie ben definite. Personalmente “Speak Now” rimane il mio preferito perchè ci sono molto legata, perchè l’ho vissuto appieno, ed ho avuto la fortuna di vederla in concerto.
“Red” è una vera evoluzione, vi sono i soliti testi toccanti di Taylor, canzoni profonde che si mescolano con altre più pop e leggere, ed è senza dubbio più sperimentale per questo mix di generi che provano la sua versatilità.
Anche le classifiche sembrano seguire la mia tesi, infatti “Red” ha venduto ben 1.2 milioni di copie in 7 giorni, solo negli Stati Uniti.
Pubblicato da Swiftie92 – Revisione R&B Junkie