A differenza di paesi in cui una vera cultura musicale nella lingua nazionale non è mai esistita, qui in Italia abbiamo una vasta gamma di artisti che creano musica nella nostra lingua.
Sebbene non si tratti di una delle lingue più musicali al mondo e nonostante lo stile musicale tipico della nostra nazione dopo gli anni 50 sia sempre rimasto un passo indietro rispetto a quello internazionale, questa cultura non si è mai persa, dando vita ad un mercato sicuramente chiuso verso l’estero ma che continua ad essere fiorente nella nostra nazione, resistendo al successo che molte hit internazionali riscuotono anche dalle nostre latitudini
Ciononostante, spesso accade che alcuni artisti nostrani decidono di cantare anche in inglese. Intenzionati a tentare l’ascesa nel mercato mondiale o semplicemente per ragioni artistiche, questi artisti si sono saputi destreggiare tra vari generi scrivendo e interpretando brani nella lingua più diffusa al mondo, ottenendo a volte anche successo a livello internazionale.
Analizziamo ora dei casi molto diversi tra di loro, casi in cui si alternano hit molto forti a brani passati inosservati, canzoni rilasciate per il mercato mondiale e brani pubblicati senza fini commerciali particolari, il tutto per capire come a volte dei brani appetibili per il mercato mondiale siano stati creati anche dagli italiani.
Sabrina Salerno – Boys
Iniziamo questo viaggio con una vera DIVA della eurodance anni 80: Sabrina Salerno. Icona sexy di rarissima bellezza (potete osservarla qua sopra in foto), la Salerno fu una delle italiane più fortunate in quel filone tipico del ventennio 80-90: alcuni suoi brani sono stati delle hit molto potenti in Europa e non solo, il che l’ha resa per alcuni anni una popstar molto quotata nello scenario internazionale.
Tra le sue canzoni più famose troviamo anche uno dei più grandi emblemi dell’eurodance anni 80: la celebre “Boys”. Brano caratterizzato dal tipico stile disco italiano molto in voga in quegli anni, “Boys” è un tormentone dal beat infettivo e trascinante, una canzone potente ed incisiva come non se ne fanno più da anni nella nostra nazione.
Il successo di questo singolo fu ampio e longevo: il brano riuscì ad entrare nella classifica britannica direttamente alla no.3, un risultato incredibile per un artista italiano. Più in generale, il singolo arrivò in top 10 in tutta Europa, ottenendo molto più successo all’estero che in patria e permettendo alla Salerno di entrare di diritto nella lista dei best selling artist italiani degli anni 80.
Purtroppo negli ultimi anni non abbiamo avuto praticamente nessuno capace di creare una simile hit a partire dall’Italia. Che invece di andare avanti la musica nostrana abbia fatto dei passi indietro negli ultimi 10 anni?
Di sicuro non spetta a me fare un’affermazione così pesante , ma davanti a brani del genere questo dubbio si insinua sempre di più nella mia mente.
Laura Pausini – Surrender
Un caso molto diverso è quello di Laura Pausini. Anche lei artista di fama internazionale che è riuscita ad estendere il suo successo ben al di fuori dell’Italia, la Pausini ha preferito puntare al pubblico latino, il quale l’ha esaltata al punto da trasformarla in una delle popstar più amate in America Latina e da farle vendere oltre 60 milioni di copie in 20 anni di carriera, una cifra assurda per un cantante italiano.
Visto questo grande successo, nel 2002 la label di Laura cercò di esportarla anche in USA e UK con il suo unico album in inglese “From the Inside”, ma il tutto fu gestito in una maniera poco gradita alla Pausini la quale, davanti all’obbligo di spingersi verso direzioni musicali a lei sgradite, si rifiutò di promuovere il disco trasformandolo nel suo primo (e finora ultimo) flop.
Il primo singolo “Surrender” resta a mio avviso una delle migliori canzoni della sua carriera. Con un beat dance-pop abbinato ad un testo di argomento affine ai grandi successi romantici della cantante romagnola, il brano è senza alcun dubbio un caso unico nella discografia della Pausini: ci troviamo davanti ad un ritmo incalzante ed una base estremamente ballabile, uno di quei pezzi che se sfruttati a dovere poteva dare tantissimo, ma purtroppo non fu così.
Chissà come sarebbero andate le cose se Laura e la label avessero trovato un punto d’incontro. Una cosa è certa: la Pausini in questa veste risulta molto più simpatica anche a chi solitamente la denigra, e chissà se alternando questo stile a quello di hit come “Invece No/En Cambio No” il suo fan base odierno non sarebbe ancora più ampio.
Elisa – Together
Se per la Pausini cantare in inglese è stata una costrizione, c’è una popstar nostrana che di natura preferisce di gran lunga cantare in questa lingua. Sto parlando di Elisa.
Nonostante la sua hit più venduta e conosciuta sia il brano in italiano “Luce”, la cantautrice ha definito la lingua inglese come il mezzo migliore per esprimere i propri sentimenti vista la sua maggiore semplicità, la sua scioltezza, e anche la presenza di meno vocaboli, il che consente di esprimere più facilmente un pensiero o un sentimento.
Nella sua produzione in lingua inglese, uno dei momenti più interessanti è senza alcun dubbio “Together”. Dopo essersi sempre dedicata alla musica pop, con questo singolo l’artista decise di rischiare proponendo qualcosa di diverso.
Ci troviamo infatti dinanzi a sonorità rock-alternative che donano alla canzone una grinta ed una potenza incredibili, le quali permisero ad Elisa di vincere questa scommessa e di ottenere una nuova hit in Italia.
Nonostante questa sua preferenza per la lingua inglese, Elisa ha ottenuto abbastanza raramente qualche risultato all’estero, e questo è a mio avviso un vero peccato, visto le sue grandissime doti di autrice e cantante.
In ogni caso, l’artista è entrata di diritto nella lista delle popstar più amate nel Bel Paese, a 38 anni è già una delle maggiori ispiratrici per moltissimi nuovi artisti italiani che provano ad emergere,e credo che questa sia già una grandissima soddisfazione per la cantautrice triestina.
Ivana Spagna – Call Me
Ritorniamo ora ai gloriosi anni ’80 per incontrare un’altra assoluta protagonista della corrente eurodance tanto diffusa in quegli anni: Ivana Spagna.
Così come Sabrina Salerno, anche quest’artista trovò in quegli anni un fortissimo successo internazionale che le permise di diventare una popstar acclamata in tutta Europa, e di entrare nella storia della musica dance italiana come una delle best selling artist.
Uno dei momenti più fortunati della sua carriera è stato senza dubbio il 1985, anno in cui questa donna rilasciò un altro brano-simbolo della eurodance: la superlativa “Call Me”.
Brano dal testo completamente incentrato sulla fase dell’innamoramento e caratterizzato da un ritmo coinvolgente, incalzante e ballabile come pochi, qui gli elementi per il successo c’erano davvero tutti.
Ovviamente, le classifiche di tutto il Vecchio Continente non si lasciarono sfuggire questa grande perla, e così Spagna riuscì a raggiungere risultati incredibilmente forti per un artista italiano, arrivando addirittura alla no.2 in UK (mercato allora ancora più rilevante di quanto lo sia oggi), ed ottenendo il disco d’argento in Francia.
Assieme al su citato brano della Salerno ed un altro brano che incontreremo più in là in questo post, questa canzone costituisce il miglior esempio di musica anglo-italiana che è riuscita a conquistare il mercato estero nello scorso millennio.
Non vorrei sembrare ripetitivo, ma è mai possibile che risultati che 30 anni fa erano all’ordine del giorno siano oggi inaccessibili per i nostri connazionali?
Alexia – Summer Is Crazy
Un’altra cantante nostrana che per alcuni anni ha ottenuto successo anche fuori dell’Italia grazie alla musica eurodance è Alexia.
Sicuramente molto meno fortunata rispetto alla Salerno ed alla Spagna, la cantautrice non ha resistito molti anni sulla cresta dell’onda, questo a causa sia dell’essere venuta fuori nel decennio sbagliato (negli anni 90 il fenomeno iniziava già a calare) che della scelta presa già nel 2002 di iniziare a cantare in italiano.
Nel periodo in cui il suo successo è stato davvero grandioso, una delle più grandi hit di Alexia fu “Summer Is Crazy”.
Brano dal ritmo vivace ma caratterizzato da un retrogusto un po’ cupo che caratterizza anche altre canzoni di quest’artista (pensiamo, ad esempio, a “Goodbye”).
“Summer Is Crazy” iniziava con uno splendido inno alla musica ed al suo potere di agire sull’animo umano, per poi trasformarsi in una dedica ad un ex che non si riesce a dimenticare.
Anche se la popolarità di questo singolo non fu estesa, il brano ottenne tranquillamente lo status di hit in più di una nazione, mettendo le basi per un successo che di lì a poco si farà ancora più imponente grazie a brani come “Uh La La La” o “Gimmie Love”
Il periodo d’oro di Alexia è ormai finito da anni, ma brani come questo hanno lasciato il segno, continuando tuttora ad essere considerati l’emblema di anni meravigliosi, in cui per ottenere più di una hit non dovevi per forza provenire da uno dei mercati più importanti in assoluto.
Chissà come sarebbe andata se non avesse mai scelto di cantare in italiano. Buoni gli inizi con “Dimmi Come” ed “Egoista”, ma in seguito questa scelta ha distrutto ciò che di unico c’era in questa artista.
Tiziano Ferro – Be Gentle (ft. Kelly Rowland)
Tra i cantanti maschili, uno degli artisti italiani che negli anni ha ottenuto più successo in assoluto è indubbiamente Tiziano Ferro.
Salito alla ribalta con la hit “Xdono”, questo ragazzo ha costruito una carriera longeva ed invidiabile che lo ha reso una delle popstar nostrane più amate da sempre. Oggi, Tiziano è un personaggio idolatrato ed amato da moltissimi e continua a mettere su grandissimi successi con brani che spaziano tra il pop e l’R&B.
Nonostante il cantante abbia scelto di vivere a Londra proprio per evitare di essere sempre accerchiato dai paparazzi e poter condurre una vita da persona normale, in alcune occasioni ha provato a sfondare anche nel mercato anglofono, senza ottenere però risultati particolarmente rilevanti.
Uno di questi casi è la versione in lingua inglese di “Indietro” (uno dei suoi tormentoni più amati dagli italiani) per la quale ha avuto anche la possibilità di duettare con la star americana Kelly Rowland.
Caratterizzato da versi forse un po’ troppo corti nelle strofe che evidenziano come questa canzone non sia nata per essere in inglese, il brano riesce tutto sommato ad essere orecchiabile e piacevole all’ascolto anche in questa versione, in cui il connubio tra le splendide voci dei due artisti rende il tutto ancora più potente ed incisivo.
Memorabile, in particolar modo per i fan di Kelly, è l’ultimo ritornello della canzone, in cui possiamo ascoltare i due colleghi cantare in italiano. Sentire una popstar internazionale cantare nella nostra lingua fa sempre un bell’effetto, e bisogna ammettere che Kelly non se l’è cavata male neanche con la pronuncia.
Francesca Michielin – Amazing
Passiamo ora ad una cantante molto più giovane e sicuramente meno famosa rispetto a tutti quelli citati finora: la vincitrice di X Factor Francesca Michielin.
Classe 1995, alla tenera età di 19 anni la ragazza ha già ottenuto risultati ottimi agguantando 7 dischi di platino ed 1 oro, ed attualmente sta iniziando ad ingranare con il suo ultimo singolo “L’amore Esiste“, brano di ottima fattura a cui abbiamo anche dedicato un post.
Tuttavia, il risultato più importante che Francesca è riuscita ad ottenere in questi pochi anni di carriera, è stato l’essere inserita nella colonna sonora di uno dei colossal cinematografici più importanti di questi ultimi anni: The Amazing Spiderman 2.
Il brano in questione è “Amazing”, una power ballad pop estratta come singolo per il solo mercato italiano ma inserita nella soundtrack a livello internazionale.
Caratterizzata da un ritmo inizialmente molto pacato che si fa sempre più incisivo man mano che si va avanti, questa canzone ci conferma le grandi abilità della Michielin nel comunicare emozioni anche attraverso una lingua diversa dalla propria, dote che del resto avevamo già potuto assaporare all’interno di X Factor Italia, ma che sinceramente non mi sarei mai immaginato di ritrovare così presto in un suo inedito.
Purtroppo, l’accoglienza riservata dal pubblico nostrano a questo brano è stata decisamente fredda: pensate che neanche la più bassa delle posizioni della classifica F.I.M.I. è stata mai occupata da “Amazing”!
Questa è a mio avviso una vera vergogna: se nemmeno noi italiani sosteniamo quei pochi artisti nostrani a cui viene concesso l’onore di partecipare ad un progetto internazionale, allora mi sembra ovvio che saranno sempre di meno coloro che riceveranno possibilità simili.
Raf – Self Control
Facciamo ora un altro salto indietro nel tempo per trovare il terzo, grande esempio di successo mondiale ottenuto da un italiano. Correva l’anno 1984 ed un nuovo cantautore iniziava ad affacciarsi nello scenario pop italiano: Raf.
Uno dei pochissimi tra gli esponenti nostrani che è riuscito a mantenere il successo a lungo termine anche con la musica in italiano, Raf negli anni si è trasformato più e più volte viaggiando attraverso vari stili, ma in questa sede vogliamo occuparci proprio del suo debutto.
Il primissimo singolo della sua carriera fu la up tempo italo-disco “Self Control”, un brano ballabile che impose immediatamente questo nuovo nome ai vertici della classifica italiana, e gli permise di ottenere un ottimo successo in una buona fetta del mercato internazionale. Tutto avvenne nonostante la maggior parte del successo di questa canzone fu dovuto alla versione di Laura Branigan, che rilasciò una cover del brano subito dopo la release dell’originale.
Un aspetto da non sottovalutare di questa canzone è la scelta coraggiosissima di rilasciarne una versione estesa contenente delle strofe rap. Mentre oggi una cosa del genere appare assolutamente convenzionale, a quei tempi non era poi un evento quotidiano che un artista bianco (ed in particolare un europeo) contaminasse la sua musica con elementi rap, e chissà che questa mossa di Raf abbia spianato la strada per l’avvento di sempre più numerose fusioni tra canto e rap.
Sebbene il successo di Raf si sia presto concentrato sulla sola Italia, l’importanza internazionale di questa canzone rimane tuttora innegabile.
Chissà come sarebbero andate le cose se Raf avesse continuato per tutta la vita a comporre e cantare in lingua inglese: forse non avremmo mai avuto capolavori come “Non è Mai un Errore”, ma magari qualche altra chance di rimanere rilevante quantomeno in Europa ci sarebbe stata.
https://www.youtube.com/watch?v=7w1Qo1awwI4
Raffaella Carrà – Replay
Mentre negli Stati Uniti sono davvero molti i personaggi in grado di presentare, ballare, cantare e recitare nel contempo, i quali riescono spesso ad avviare talk show di grandissimo successo all’interno del quale mostrano appunto i loro molteplici talenti, qui in Italia di artisti così poliedrici ne abbiamo ben pochi.
Una di questi è sicuramente la grandiosa regina della televisione nostrana: l’intramontabile ed instancabile Raffaella Carrà.
Forte di una carriera che va avanti da decenni e decenni e che l’ha resa uno dei personaggi più amati dagli italiani, tra gli anni ’70 e ’80 divenne una vera icona anche a livello musicale grazie a testi particolarmente sensuali, che giocavano facilmente con doppi sensi, in un’Italia in cui la censura era ancora molto severa tanto con la televisione quanto con la musica. Ma il brano di cui sto per parlarvi non appartiene a quel periodo.
Nel 2013, l’interprete ritornò a fare musica dopo che per ben 15 anni si era occupata quasi esclusivamente di altre branche dello showbiz.
Il ritorno avviene con il singolo “Replay”, una up tempo EDM completamente diversa da tutto ciò che artisti italiani della sua generazione abbiano mai rilasciato nella loro carriera, un vero inno da club dotata di tutte le caratteristiche giuste per dominare nelle discoteche.
Con questo brano, l’artista ha dimostrato di non avere affatto voglia di andarsene in pensione facendo notare come lei non si senta per niente vecchia. Anche se il seguito commerciale è stato praticamente inesistente, devo ammettere che il risultato di questo esperimento non è stato affatto male, ed a Raffaella va sicuramente il merito di aver dimostrato agli italiani come in musica l’età non conti.
Nina Zilli – Out of Love
Nonostante l’Eurovision Song Contest sia un evento internazionale rivolto a tutti i paesi facenti parte del Vecchio Continente, la maggior parte degli artisti italiani che hanno partecipato a questa kermesse ha preferito gareggiare con dei brani in italiano, scelta che sicuramente permette di mostrare al meglio l’italianità al mondo, ma che forse da meno possibilità di emergere davvero nella gara a chi partecipa. Un’eccezione è stata quella di Nina Zilli.
Scelta per rappresentare l’Italia nel 2012, l’artista decise di creare appositamente per il concorso una versione in lingua inglese di una delle sue up tempo più riuscite: la grintosa e scatenata “L’amore è Femmina”. Per l’occasione, il brano assunse il titolo di “Out of Love” e riuscì a dimostrare come la Zilli fosse perfettamente in grado di costruirsi una carriera anche al di fuori dell’Italia, anche se ciò per ora non è avvenuto.
Raro caso di brano pop nella carriera di un’artista che ha fatto del soul il suo cavallo di battaglia, a mio avviso si tratta di un esperimento riuscito, ma come sempre il pubblico nostrano non ha compreso le enormi potenzialità presenti in questa ragazza, e le ha così tagliato le ali facendo si che questo pezzo si fermasse alla no.40 della classifica F.I.M.I, una vera vergogna visto che si trattava di un pezzo destinato a rappresentarci all’estero.
Per fortuna, il flop di questo brano non ha causato la fine del successo di Nina, la quale con altre canzoni ha continuato a vendere bene per gli standard italiani, ma a distanza di 3 anni io davvero non concepisco come sia possibile che un brano come questo sia passato quasi inosservato, mentre la stessa interprete ha ottenuto successi molto forti con canzoni molto meno potenti rispetto ad essa.
E anche questa volta siamo arrivati alla fine del nostro viaggio. Spero che queste canzoni siano state di vostro gradimento e vi abbiano fatto capire come anche qui in Italia qualcuno capace di fare qualcosa di più della classica “ballata all’italiana” c’è, ma mentre un tempo sapevamo apprezzarlo, negli ultimi anni spesso è proprio il pubblico nostrano a bloccare l’ascesa a grandi talenti che potrebbero costruire un impero nella discografia mondiale (o perlomeno europea).
Che ne dite di queste canzoni? Vi vengono in mente altri esempi?