“Royalty” è il settimo disco solista dell’interprete americano Chris Brown. Il lavoro giunge a poco più di un anno di distanza da “X”, che venne rilasciato nel settembre del 2014, mentre un altro progetto, l’album Hip-Hop in collaborazione con l’amico e collega Tyga, “Fan Of A Fan: The Album”, ha visto la luce nel febbraio 2015, solo qualche mese fa dunque. Tre pubblicazioni distinte in poco più di un anno, sembra quasi incredibile, ma tutto ciò è possibile se ci si deve confrontare con un artista dotato di così tanto estro creativo, e costantemente al lavoro.
Avremo modo in questa recensione di sviscerare ed analizzare a fondo questo nuovo progetto. Partiamo dal parlare della copertina e del titolo scelto. La cover art è davvero tenera ed emozionante, sicuramente la migliore che l’artista ci abbia mai proposto nel corso della sua intera carriera, che ha già superato la soglia dei 10 anni. Chris Brown alcuni mesi fa ha scoperto di essere padre di una bambina di nome Royalty, che ha da poco compiuto un anno di vita. Questo avvenimento ha rivoluzionato completamente (come c’era da aspettarsi) la vita dell’artista, tanto da spingerlo a voler onorare la piccola dedicandole il suo nuovo progetto discografico. Nella copertina appunto vediamo Chris abbracciare teneramente la bimba mentre dorme, in un’immagine in bianco e nero. Nel disco, ed in particolare nella traccia finale della standard version, Chris si rivolgerà direttamente alla figlia. Tuttavia, il progetto in realtà non è incentrato sulla piccola Royalty, ma a livello di tematiche ritroviamo i capisaldi dell’intera discografia “Browniana”: lui è un interprete che canta d’amore, che parla di relazioni finite bene o male, e di sessualità.
La scelta di dedicare il progetto a sua figlia è semplicemente dettata dal voler offrire all’ascoltatore ancora una volta la propria vita attraverso l’arte, ed in questo momento la piccola Royalty rappresenta una certezza e la persona più importante nell’esistenza del cantante. Chris ha definito questo progetto come un disco di svolta e di riflessione, un volersi mettere in gioco, provare a cambiare, perchè come ha affermato “Non si può essere stagnanti e non si può continuare a fare le stesse cose aspettandosi un risultato diverso.” In effetti, chi si aspettava un progetto sulla falsa riga del precedente, X, potrebbe restare leggermente deluso, perchè Chris ancora una volta ha cambiato le carte in tavola, proponendo un sound differente, nel tentativo di soddisfare il suo variegato pubblico.
Il progetto si articola in una standard version composta da 14 tracce, ed una deluxe in cui troviamo 4 brani addizionali. Non ci sono grandi collaborazioni come accaduto in passato, l’artista ha infatti affermato di voler rendere l’album ancora più intimo, lasciando se stesso protagonista. Paradossalmente, lui che è la figura più richiesta attualmente in ambito urban, non ha voluto nessuno o quasi sul suo progetto. Uniche presenze sono due artisti emergenti, il rapper Solo Lucci e la songwriter Tayla Parx, mentre nella deluxe troviamo l’unico nome veramente rilevante, ossia quello di Future.
Per quanto riguarda le produzioni, come sempre Chris decide di affidarsi a producers meno richiesti e non ai soliti nomi noti. Questa scelta la continua a portare avanti per mantenere quanta più autonomia artistica possibile, dal momento che produttori di grande fama avrebbero molta più voce in capitolo nella gestione dei singoli brani e del progetto. Ciò mal si accosta ad artisti che invece vogliono fare di testa loro, essendo dotati di grande creatività, e che preferiscono essere autentici al cento per cento, anche dovendo fare il sacrificio di rinunciare a tracce potenti e ben confezionate, che senz’altro potrebbero aiutarli notevolmente nelle classifiche. Chris Brown è arrivato persino ad essere regista dei suoi stessi videoclip (peraltro realizzati molto bene), alcuni dei quali li sta rilasciando in questi giorni in maniera massiva per promuovere tutte le tracce contenute all’interno dell’album.
Non perdiamoci in ulteriori chiacchiere ed andiamo ad analizzare questo disco nel dettaglio canzone per canzone, per poi trarre le dovute conclusioni:
01. Back To Sleep: Partiamo alla grande con una slowjam R&B molto suadente, prodotta da Vinylz e Boi-1da, estratta come singolo ufficiale ed accompagnata da un video veramente hot. Non è la prima volta che Chris si accosta a questo tipo di produzioni, ma si tratta di una scelta veramente riuscita, molto più che in brani passati. Una buonissima partenza sicuramente, una traccia che probabilmente nonostante le commistioni pop non era adatta ad essere estratta come singolo, ma devo dire che dopo diversi ascolti è diventata una delle mie favorite in assoluto.
Il brano ci presenta immediatamente chi è Chris Brown: si parte da una buona base di R&B tradizionale, con riferimenti a Marvin Gaye, alla quale vengono applicate delle commistioni con musica pop ed elettronica. Chris Brown ha da sempre mescolato i vari generi musicali e lo farà anche in questo progetto. Breezy ci fa ascoltare un’interpretazione sexy e perfetta per queste sonorità. Avremmo evitato delle modifiche alla voce in alcuni punti del brano, che comunque non sono fastidiose e rimangono non invasive. Menomale.
02. Fine By Me: cambiamo decisamente atmosfera con questa potente uptempo pop-dance con influenze EDM, prodotta da The Monsters And The Strangerz, chiaramente ispirata alle sonorità Anni ’70, rivisitate però in chiave moderna (il pezzo ricorda molto “l’ultimo” Will I Am). E’ un brano molto catchy, coinvolgente. In particolare l’instrumental è davvero incisivo.
Si tratta di una traccia sicuramente qualitativamente superiore e persino più appetibile per le classifiche rispetto ad una “Want To Want Me” di Jason Derulo, ma che non riesce ad emergere a causa dell’assenza di promozione. E’ indicativo pensare che proprio “Want To Want Me” sia in realtà uno scarto di Chris Brown dalla sua precedente Era discografica.
Per quanto riguarda il testo di questa “Fine By Me”, Chris da un lato si lamenta dell’atteggiamento opportunistico della propria ragazza, che sembra considerarlo solo quando le fa più comodo, dall’altro si dichiara comunque favorevole alla situazione.
She only loves me when the lights are off, lights are off
She only loves me when the sun is down, sun is down
She only loves me when no one’s around, one’s around
She only loves me cause I put it down
And it’s fine by me
03. Wrist (ft. Solo Lucci): Chris Brown continua a sorprenderci, perchè il sound cambia ancora, discostandosi dalle due precedenti tracce. The MeKanics alla produzione, tipico pezzo che va di moda attualmente, molto simile alle ultime produzioni di Drake. Il beat qui è in stile Hip-Hop, con dei bassi lenti e potenti. Per la sua cadenza può sembrare quasi hardcore e ha delle somiglianze, nello stile dei bassi e nella melodia di sottofondo sempre presente, con “Only” di Nicki Minaj, grande successo che vede la partecipazione di Chris stesso.
Una base così dura, se fosse stata affidata ad un rapper, probabilmente sarebbe stata sfruttata affiancando delle liriche aggressive e gangsta. Invece Breezy la addolcisce con la sua metrica e la sua melodia e dà al ritornello un tocco deciso e preciso, con poche parole ben cadenzate, separate l’una dall’altra. Davvero di impatto questo pezzo, ipnotico.
La voce di Solo Lucci trova spazio nell’intro della canzone e nella parte finale. Si muove molto bene sulla base e viene aiutato anche dai vocalizzi di Chris nei backvocals. Ha un bel flow, in tema con il beats e con i versi di Chris Brown. Esperimento artistico veramente riuscito, quello di fusione tra Hip-Hop ed R&B.
04. Make Love: Ritorniamo con questa traccia in ambito puramente R&B, anzi direi che in realtà ci approdiamo per la prima volta dall’inizio del disco, perchè spariscono anche le commistioni con il pop che avevamo potuto apprezzare in “Back To Sleep”. Questa “Make Love”, prodotta da ToneStith, si rifà infatti all’ R&B tradizionale tipico degli Anni ’90, caratterizzato da un testo mai volgare (ed infatti questo brano insolitamente non ha la dicitura explicit) e da strumentazione apprezzabile all’udito. Gli influssi elettronici presenti nelle classiche slowjams R&B di Chris qui lasciano quindi quasi totalmente (sono percettibili in piccolissimi frangenti) il posto a suoni non sintetici.
La prestazione vocale dell’interprete è buona. Chris si rivolge direttamente al pubblico femminile e per una volta abbandona l’abito del bad boy dell’ R&B, in questa slowjam sensuale, dolce e romantica. Il pezzo si discosta abbastanza dal sound delle radio odierne, per questo è inadatto sicuramente ad essere estratto come singolo, ma ciò non vuol dire che non sia una album track validissima, che certamente i fan dell’interprete sapranno apprezzare.
Baby girl, give me some, give me some loving, oh yeah
I love the look on your face when I’m deep in love
All I need in my life, girl is your loving, yeah
Girl give me some, give me some loving, oh
05. Liquor: Ritorna ToneStith, e lo stile R&B continua a regnare, con il primo singolo estratto dal progetto, “Liquor”. Tornano gli influssi elettronici in questa midtempo dall’atmosfera molto soft, che non presenta in realtà nulla di nuovo per i fans di Chris, in quanto è perfettamente in linea con il materiale propostoci da Breezy negli ultimi tempi, ed in particolare con le sonorità già esplorate in X. Sicuramente non si tratta di un pezzo di impatto, e la scelta del rilascio come singolo è quantomeno discutibile. Il brano necessita infatti di numerosi ascolti per essere apprezzato pienamente, e sì, è un bel brano. Questo genere di traccia è incentrato principalmente su tre elementi: voce, melodia, testo, e tra questi la prestazione vocale è davvero importante. Liquor è qualitativamente buona perchè soddisfa con punteggi alti tutti i requisiti necessari.
“C’è qualcosa in questo liquore, l’aria diventa più spessa” canta Chris, chiedendo alla donna amata cosa gli abbia fatto, ammettendo poi di aver alzato un po’ troppo il gomito. Lo scenario che viene rappresentato è piuttosto comune, il potere di quel liquore che può portare la gente a finire in un letto sbagliato. Il liquore rende Chris desideroso di continuare a bere e fare l’amore con la sua donna. Lui non riesce a controllare le emozioni che vengono fuori durante l’ebrezza, e l’interprete le esterna nella canzone.
La voce di Chris è protagonista, ed il suo timbro è dolce come sempre. La canzone mantiene la melodia in toni pacati e sereni dall’inizio alla fine. Le parti più riuscite sono senz’altro i cori, il ritornello, ed in generale la struttura ed il flow del brano. Chris riesce a stare sulle tracce in maniera davvero ottima, e riesce a calibrare i suoi interventi con una precisione che potremmo definire cronometrica.
06. Zero: questa traccia, anch’essa estratta come singolo, si presenta come una fusione tra diversi generi musicali, pop e funk in primis, nel tentativo di accattivarsi le radio, strizzando l’occhio al genere di musica che circola di più attualmente, in questo caso quella con rimando alla dance Anni ’70/80. Questa è la classica canzone “alla Jason Derulo”, senza assolutamente voler intendere la cosa in senso negativo (per così dire), si tratta di un brano molto catchy, ma che purtroppo non ha sortito l’effetto sperato.
Siamo certi che se la canzone fosse stata consegnata a Jason sarebbe potuta diventare facilmente una smash hit, e questo solo esclusivamente perchè le radio hanno maggiore simpatia per determinati artisti piuttosto che altri. Non fraintendeteci, il brano è molto piacevole, e trasmette anche parecchia carica e voglia di ballare, tuttavia da un artista del calibro di Chris Brown, che presenta una maturità di tutt’altro livello, ci aspettiamo che vengano assunti maggiori rischi e che si lasci inseguire le hits a chi evidentemente non sembra mostrare interesse per elevarsi artisticamente. Ma riusciamo a capire perfettamente la fame di numeri da parte di Chris, visto che un pubblico sempre meno interessato alla musica di qualità aveva snobbato un capolavoro come “Don’t Think They Know”… Chris, lascia perdere, è tempo perso.
Il brano è la storia di un amore mai totalmente corrisposto dalla ragazza, che ora rimpiange quella storia. Ma Chris non ne vuole sapere e nel ritornello canta duramente:
“Chiedi quante notti sto pensando a te: zero, zero. Ti ho dato il 100% ed ho ottenuto zero, zero. E pensavo che fossi tu quella giusta, poi hai cercato di scappare, hai trovato qualcuno migliore, come se non mi avessi mai incontrato. […] Zero, ecco quanto vali per me“.
Un brano che quindi si riallaccia al precedente a livello testuale, e sembra quasi una rivincita data dal superamento della sofferenza che aveva portato Chris ad ubriacarsi in “Liquor”.
07. Anyway (ft. Tayla Parx): BLAQTUXEDO alla produzione, in questo brano che ricorda molto “Give Me Everything di Afrojack”. Sfociamo di nuovo nella dance, con questa potentissima traccia dalle sonorità tipicamente europee, con riferimenti all’Europa dell’ Est. E’ ben chiaro come l’interprete sia ancora una volta determinato a mostrare le sue mille sfaccettature artistiche in questo nuovo progetto.
Il brano rimanda a lavori passati di Chris, le atmosfere richiamano molto il brano “Turn Up The Music”, ma troviamo anche un pizzico di “Yeah 3X” e “Don’t Wake Me Up”. Si tratta di una uptempo che alterna momenti in cui i bassi esplodono ad altri in cui il ritmo rallenta, e si assumono i toni tipici di una ballata pop. Massivo utilizzo dei synths si contende la traccia con un suono arpeggiato di chitarre. I cambi di registri sono architettati in modo tale da non risultare incongrui, ed anzi rendono ancor più interessante questo tipo di produzione.
Questo genere di brano probabilmente non potrà essere estratto come singolo vero e proprio, perchè fondamentalmente si tratta di un genere musicale che non tira tanto in radio attualmente, ci sono persino influssi dubstep, sulla scia di quanto accadeva comunemente qualche anno fa. Questo non significa che il brano non sia godibile. Azzeccatissimo il momento in instrumental, in cui sentiamo esplodere la base martellante accompagnata dalle urla di Chris. Quel frammento è capace di infondere una carica incredibile. La voce della songwriter Tayla Parx, che in passato ha lavorato (seppur rimanendo dietro le quinte) con artisti del calibro di Jennifer Lopez, Mariah Carey, Ariana Grande, Jason Derulo, Fifth Harmony, rimane abbastanza “neutrale”: il contributo dell’interprete non è particolarmente degno di nota, tuttavia ci sta abbastanza bene sulla traccia.
Per quanto riguarda le liriche, qui Chris tenta invece di riconquistare la donna amata. Nel complesso, l’artista descrive come sempre tutti i possibili sentimenti che possono derivare da una storia d’amore. Siamo già giunti a metà disco, e finora tutto sta scorrendo veramente bene, non c’è che dire.
08. Picture Me Rollin’: Ad aprire questa seconda metà del progetto è la uptempo pop ‘‘Picture Me Rollin’’’ prodotta da Dr3amforever. Caratterizzato da un sound con forti venature oldschool ma non per questo obsoleto, il brano è senza dubbio una delle carte vincenti del progetto, a partire dalle strofe incalzanti passando per il prechorus ripetitivo e martellante almeno quanto il ritornello stesso, in cui la voce di Chris non esplode, ma si snoda sul beat creando una vera e propria bomba r&b/pop che accontenta un po’ tutto il suo fanbase (che è davvero difficile da soddisfare vista la varietà in corrispondenza anche dei vari generi che hanno caratterizzato la sua carriera). L’interpretazione è davvero buona, è proprio il pre-ritornello ad offrirci il momento migliore.
Il testo non si discosta molto dal solito ma il flaw di Mr. Brown, se di flaw possiamo parlare, ci fa amare anche frasi banali: basti pensare al ‘’They Lovin’’ del quale non si può fare a meno già dopo un solo ascolto. Presenti, come di consueto, anche riferimenti hot:
‘’Got the killers and the bitches that be ready to ride’’
Ottimo il risultato finale, forse il tutto sa a tratti di già sentito, ma sarebbe assolutamente un ottimo singolo, grazie alla struttura molto catchy.
09. Who’s Gonna (Nobody): Una splendida slowjam R&B ci aspetta dopo la potenza del pezzo precedente, la differenza di sound si percepisce subito e mostra fin da subito una versatilità davvero rara, di solito è facile dire se un determinato cantante riesca meglio in un genere o in un altro, con Breezy è invece davvero difficile.
Malgrado il genere delle slowjam R&B sia abbastanza ristretto e non particolarmente aperto a modifiche, almeno nel sound, avendo il compito di esaltare in primis la voce dell’interprete, in questo caso dobbiamo dire che anche la base assume sfumature decisamente diverse; infatti suoni elettronici molto pesanti caratterizzano i primi secondi fino a dissolversi arrivando al ritornello, la parte più forte della traccia, con influenze velatamente trap.
L’interpretazione è davvero superlativa, ma le modifiche alla voce di Chris sono forse troppo percepibili. Abbiamo ben capito che le canzoni hot sono un punto di forza del nostro cantante che dice nel pre-chorus:
‘‘I’m taking your lace panties off you, gripping your thighs, oh no
It’s gon’ be the greatest sex you ever had in your life’’
La track svolge superlativamente il ruolo di album filler r&b, ma a causa delle ‘’stranezze’’ del beat è forse poco adatta a diventare singolo. Da notare anche che ad un certo punto, verso la fine, Chris inizia a rappare e cantare velocemente, mostrando la sua particolare bravura in quello che tecnicamente viene definito riff and run, ossia una rapida articolazione di una serie di parole, sostenute da un unico suono vocale.
10. Discover: Brano prodotto da Polow Da Don. Se prima avevamo elogiato il cambio di genere abbastanza forte tra le due canzoni, in questo caso la somiglianza (di genere) tra i due brani tende a dare un senso di pesantezza soprattutto dopo 9 tracks.
Ad ogni modo siamo senza dubbio davanti ad un buon pezzo R&B, dalle sonorità delicate ma ancora una volta per niente banali e per certi versi più commerciabili di quelle proposte nell’immediata precedenza. Uno slash forte con la traccia precedente è dato anche data differenza tematica, si passa da liriche hot e sensuali ad un brano molto sofferto a causa della scoperta tardiva dell’amore per una donna che ormai già è andata via:
‘‘I discover, discover I love her
Oh, I gotta get her back, oh
I discover, discover that I love her
Ooh, that would get her back’’
Siamo senza dubbio davanti ad una buona produzione ma nulla di particolarmente esaltante, le radio sono piene di midtempo r&b e non riuscirebbe ad emergere lì dove hanno fallito tracce confezionate decisamente meglio.
11. Little Bit: Meno di tre minuti che hanno il compito di ravvivare un po’ l’atmosfera proponendo un R&B più fresco e più catchy. A dire il vero il risultato non è proprio ottimo, ritorna un sound davvero consumato nell’ultimo periodo, che ricorda molto una certa Tinashe e la sua ‘’2 On’’, il ritornello molto ripetitivo non riesce a far esplodere un brano messo nell’album come filler, evitabile in favore di qualche contenuto della deluxe.
La produzione dei The Aristocrats insomma non convince pur non essendo particolarmente malvagia, si lascerebbe anche ascoltare se fosse all’inizio dell’album e non verso la fine. Per quanto riguarda il tema, dobbiamo davvero dirvi qual è?
’’Oh baby, scream my name, put that pussy in my face
Wrap your legs around my head, swing that ass like a chandelier’’
12. Proof: Non siamo sicuramente davanti a materiale che potrebbe fare da singolo ma non per questo si tratta di una cattiva traccia, questa ‘’Proof’’ infatti riesce a movimentare la scena con beat decisamente diverso, quasi stridente ma che allo stesso tempo cattura, soprattutto se abbinato alla voce del nostro Breezy.
Ancora una volta il ritornello è abbastanza debole rispetto a cio’ a cui il cantante ci ha abituati ma non per questo non da apprezzare, capiamo in brani come questi che la voce di di Chris si adatta davvero a tutto e che sposa benissimo con l’R&B più soft (basti pensare ai ‘’nah nah nah’’ del ritornello). Ancora una volta il posizionamento alla fine del progetto ci rende più critici e non ci consente di godere interamente di una produzione anche decisamente pesante (malgrado il cantato sia invece così dolce). Buon filler ma ovviamente inadatto al grande pubblico.
13. No Filter: Dobbiamo arrivare alla traccia numero 13 per ritrovare quell’aspetto pop/dance del cantante che tanto ci piace. Tra la musica garage del Regno Unito (vedi ‘‘The Way We Are’’ di Alesha Dixon) e la dance anni 70’ che ha trovato nuova vita in questi ultimi anni, Breezy sperimenta un beat decisamente particolare che riesce benissimo e rende questo brano molto ben confezionato, sicuramente si tratta di uno dei momenti migliori dell’album, se non il migliore.
Le strofe sono decisamente potenti e si adattano efficacemente alla base, il ritornello è forte e radio-friendly, anche se forse l’instrumental doveva essere forse un po’ rafforzato. Siamo senza dubbio davanti ad un possibile singolo, che potrebbe cavalcare le mode del momento e le classifiche ma dobbiamo dire che la tendenza funk degli ultimi anni non è riuscita mai a monopolizzare del tutto il pop, e quindi non è mai una scelta che porta sicuramente al successo.
Anche il testo, semplice e immediato contribuisce a rendere questo brano materiale perfetto da singolo:
‘‘When I see that ooh I just might
Why is it so wrong if it feels right?
I swear I got no filter, no filter
I swear I got no filter, no filter
I’m out of fucks to give
I got no filter, no filer
I’m out of fucks to give
Put you on now with no filter’’
14. Little More (Royalty) chiude la versione standard del disco un altro brano che ci riporta indietro, verso le sonorità dance già sperimentate in “Fortune”. La produzione è affidata a The Audibles, per una traccia che ricalca un po’ la via percorsa da Ciara nel suo ultimo disco. Quel “Wake me up before you go” nel ritornello riprende volutamente il successo degli Wham! “Wake Me Up Before You Go Go”, scritto per loro da George Michael e rilasciato nel 1984.
Da un punto di vista del sound, ci troviamo di fronte a sonorità dance tipiche dei primi anni Duemila mescolate a quelle attuali, il ritmo incalza in certi punti ma non diventa mai veramente martellante, e l’atmosfera rimane abbastanza soft nonostante i bassi grazie all’effetto piano delle tastiere durante il ritornello e ad altri accorgimenti. La traccia è molto piacevole ma ciò che le attribuisce un valore aggiunto e che fa senz’altro la differenza è che Chris qui non si rivolga al solito love interest di turno, ma questa è appunto la traccia dedicata a Royalty di cui parlavamo nell’introduzione, e Chris parla alla sua bambina con un testo veramente dolce, dove esprime tutte le belle sensazioni che gli regala il rapporto che la lega alla piccola creatura.
Oh baby girl you inspire me, give me the reason to keep on
My baby, my Royalty, girl you’re the lyrics to my song
Girl you got this heart lock on me, I don’t think I can control it
I hold on with all my might while you look at me in my eye
Like a vitamin you put back my energy, you’re making me stronger, and bring out the best of me.
Davvero singolare la scelta di voler parlare di un sentimento così profondo su un brano dance, piuttosto che nella solita ballatona strappalacrime, dove spesso la mazzata finale (in senso buono) è rappresentata dai vagiti del bambino in questione, tanto per far finire in un bagno di lacrime persino l’ascoltatore meno empatico. Chris ha dimostrato qui che le canzoni dance non devono essere necessariamente vuote e non-sense (come lo sono molte che vediamo ai vertici delle charts), ma che possono contenere anche testi emotivamente significativi. Un ottimo modo per chiudere il disco. Piccola curiosità: è italiano parte del team di produzione, ritroviamo infatti Razihel con il supporto di Daniele Autore, questa accoppiata l’avevamo già incontrata nel precedente lavoro X, nella traccia “Body Shots”.
Ma l’esperienza non è finita qui! Continua nella Deluxe con 4 tracce aggiuntive. Ad aprire questa versione c’è la midtempo urban incalzante ‘’Day One’’ che, malgrado sia ripetitiva e non brilli per originalità, è comunque di un livello più alto rispetto ad altre presenti nell’album, continuano le eccessive modifiche vocali. ‘’Blow It In The Wind’’ è invece una slowjam molto intimistica dalla base molto dolce, esclusa ingiustamente per la sua somiglianza con altre tracce della strandard. Una chitarra apre ‘’KAE’’, il che rende questa midtempo urban decisamente diversa da cio’ che si sente attualmente in radio, che esplode in un buon ritornello,. Anche questa aveva tutte le carte in regola per sostituire qualche brano del progetto in versione standard. Qui Chris si rivolge palesemente alla sua ex fidanzata Karrueche “Kae” Tran, alla quale sembrano essere indirizzate tutte le altre tracce presenti nel disco. Chiude il tutto la collaborazione con Future, la slowjam ‘‘U Did It’’. Chris e Future si dividono la traccia senza interagire tra loro, parte Chris che dichiara la sua volontà di andare oltre e dimenticare la donna con cui aveva avuto una relazione, stando con i suoi amici e lasciandosi andare a vizi, preparandosi ad affrontare una nuova storia. La seconda parte del brano, interpretata da Future, invece racconta di una seconda possibilità data alla donna con cui si è appena troncata la relazione, che lo avrebbe reso “una persona migliore“. Si tratta di temi già sviluppati nel disco, ed è comprensibile la scelta di porre la traccia nella deluxe.
Nel complesso Royalty è un album che ci ha convinto, tutto da ascoltare (ancora meglio se con le cuffie) e da apprezzare. E’ un disco diverso per Chris, che non si lascia tuttavia snaturare da questi cambiamenti. Le tematiche partono dal vissuto dell’interprete ed hanno sempre come focus centrale tutte le contrastanti emozioni che ruotano attorno a concetti come amore, passione, frustrazione, solitudine. A livello di sound, Chris continua a spaziare tra diversi generi musicali non tenendo conto assolutamente di alcuna convenzione, come ha sempre fatto nel corso della sua carriera, ma mescolando spesso più stili in un’unica traccia, potendo contare sua incredibile versatilità e su doti vocali indiscutibili: buon range, bella timbrica, capacità di stare sul pezzo e spaccare le tracce. I risultati sono in buona parte di ottimo livello. Buone le tracce R&B, benissimo anche nel pop/funk. Il suo sesto album, X, è stato molto apprezzato dai fans, ed in quel progetto Chris ha puntato maggiormente su un sound affine alle sonorità R&B (ma sono comunque presenti brani EDM e commistioni con il pop). Anche qui Chris si è diviso in modo tale da poter accontentare il pubblico urban ed il pubblico pop (ammesso che ci sia distinzione tra i fans che seguono ormai da diversi anni il poliedrico interprete). Dopo 10 anni non è facile proporre ancora nuovo materiale senza ricadere in qualcosa che si sia ampiamente testato in passato, Chris ci è riuscito bene, e questo album potrà piacere più o meno rispetto ai suoi altri, ma comunque sia è un altro tassello significativo della sua maturazione artistica.
Ci sono dei piccoli problemi assolutamente non invalidanti, come il fatto che all’inizio della seconda parte l’album sembri impantanarsi un po’. Questo non dipende da tracce non valide attenzione, non esistono tracce brutte o eseguite male in questo disco, ma probabilmente alcune sono state posizionate male, e dopo una partenza con il botto si arriva ad un punto in cui il tutto rischia di diventare un po’ pesante. Fortunatamente il finale si riprende alla grande. Sicuramente intervallando queste tracks leggermente più “problematiche” con altri brani immediatamente coinvolgenti si sarebbe fatto in modo da renderle maggiormente godibili, purtroppo sono capitate vicine. Certo che considerando le stupende tracce rilasciate solo pochi giorni fa da Chris gratuitamente nel mixtape “Before The Party” (che vi consigliamo di ascoltare, qualora non lo abbiate fatto), ci chiediamo perchè l’artista non abbia scelto di includere brani realizzati sicuramente meglio al posto dei momenti più deboli del progetto.
Il voto che noi diamo al progetto è buono, ed in centesimi lo esprimeremmo con un 76/100, mentre ad X avremmo dato qualcosa in più, un 83/100. La differenza sta nel fatto che X a nostro avviso contiene in proporzione più brani R&B (ai quali noi siamo tanto affezionati) qualitativamente ottimi. Sicuramente i fan di Chris potranno ritenersi soddisfatti da questa pubblicazione del principe dell’ R&B, e noi ne consigliamo l’acquisto a tutti gli appassionati di musica.
Davvero ammirevole la scelta da parte dell’interprete di devolvere ad enti benefici un dollaro dai propri profitti personali per ogni copia venduta del disco entro Natale. Le associazioni sostenute sono la “Best Buddies”, che consente l’inserimento nella società di soggetti affetti da disabilità intellettive, e la “Children’s Miracle Network Hospital”, che dona denaro agli ospedali pediatrici, sostenendo ricerca e formazione, acquisto delle attrezzature mediche, e che garantisce cure gratuite per i bambini poveri.
– Recensione a cura di Davide e Michele Nunziante